A Città di Castello Il Meeting Territoriale Di Parent Project Onlus
Un importante momento di incontro tra famiglie, pazienti e specialisti sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker
Domenica 11 giugno 2017
Hotel Garden
Viale Aldo Bologni, 96
Città di Castello (PG)
Ore 10.00 – 16.00
Domenica 11 giugno si terrà, presso l’Hotel Garden di Città di Castello, un Meeting territoriale sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker, organizzato da Parent Project onlus, l’associazione di genitori di bambini e ragazzi che convivono con questa patologia genetica rara.
Il meeting sarà dedicato alla gestione clinica dei giovani pazienti e rappresenterà un’occasione di approfondimento, oltre che un importante momento d’incontro e confronto tra famiglie, medici ed operatori del territorio.
Accanto alla Conferenza Internazionale, svoltasi, quest’anno, dal 17 al 19 febbraio 2017, che ha offerto un panorama sui temi legati alla ricerca e alle sperimentazioni in corso, Parent Project onlus organizza, periodicamente, alcuni incontri territoriali. Questi meeting sono volti ad informare le famiglie e le realtà del territorio sullo stato della ricerca, illustrando i filoni di ricerca attuali e più promettenti e della gestione clinica dei pazienti: dalla diagnosi, alle corrette procedure fisioterapiche, alla riabilitazione respiratoria, agli aspetti psicologici.
I lavori verranno aperti da Luca Genovese, Presidente di Parent Project onlus. La dr.ssa Fernanda De Angelis, Responsabile scientifico dell’associazione, fornirà una panoramica sulla ricerca e le sperimentazioni cliniche attive. Seguiranno gli interventi della prof.ssa Alessandra Ferlini, dell’Università di Ferrara, sul tema della diagnosi di DMD/BMD, e della dr.ssa Daniela Leone, del Centro Clinico Nemo pediatrico del Policlinico A.Gemelli di Roma, sulla gestione clinica della patologia. La mattinata proseguirà con un intervento dedicato a steroidi, farmaci per il cuore, integratori e nuovi farmaci, a cura delle dr.sse Liliana Porfiri e Sabrina Siliquini dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. Successivamente, la dr.ssa Rachele Adorisio, dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, tratterà il tema della gestione cardiaca, e la dr.ssa Teresa Pescio dell’Ospedale SS Biagio, Antonio e Cesare Arrigo di Alessandria parlerà della gestione respiratoria. Nel pomeriggio la dr.ssa Cristina Bella, referente di Parent Project per la fisioterapia, tratterà aspetti legati a questo ambito, mentre la dr.ssa Emanuela Giulitti, del Centro Ascolto Duchenne, interverrà riguardo agli aspetti psicosociali legati alla patologia.
La distrofia muscolare di Duchenne (DMD) è la forma più grave delle distrofie muscolari, si manifesta nella prima infanzia e causa una progressiva degenerazione dei muscoli, conducendo, nel corso dell’adolescenza, ad una condizione di disabilità sempre più severa. Al momento, non esiste una cura. I progetti di ricerca e il trattamento da parte di un’équipe multidisciplinare hanno permesso di migliorare le condizioni generali e raddoppiare l’aspettativa di vita dei ragazzi. La distrofia muscolare di Becker (BMD) è una variante più lieve, il cui decorso varia da paziente a paziente.
I recenti progressi del lavoro di molti gruppi di ricerca scientifica in Italia e in tutto il mondo hanno contribuito ad offrire ai pazienti Duchenne e Becker ed alle loro famiglie una ragione in più per vivere serenamente la propria vita, guardando con fiducia al futuro. Da qui l’impegno dell’Associazione, da un lato, a farsi mediatrice e facilitatrice nel flusso di informazioni che riguardano la malattia (promuovendo anche network ed incontri tra professionisti) e dall’altro a svolgere un ruolo di garante della loro correttezza e fondatezza.
Scarica il programma
Per informazioni:
Parent Project onlus
Tel. 06/66182811
www.parentproject.it
Tutti in campo per la X edizione del Torneo Duchenne
L’ormai tradizionale appuntamento con il calcio a 5 e a 7 a sostegno di Parent Project onlus
Sabato 3 e domenica 4 giugno 2017
Piazza Santo Stefano,1
Monvalle (VA)
Sabato 3 e domenica 4 giugno si svolgerà, presso l’Oratorio e la Palestra comunale di Monvalle, la X edizione del Torneo Duchenne, un appuntamento dedicato al calcio a 5 e a 7 organizzato a sostegno di Parent Project onlus, con il patrocinio di C.S.I. Varese.
Il Torneo – una grande festa dello sport – coinvolgerà anche quest’anno una varietà di categorie di giocatori: dai Pulcini, agli Allievi, ai Juniores, passando per gli Open e il Femminile.
Sabato si giocherà dalle 8:00 fino alle 20.00 circa (per la fase a gironi), domenica dalle 11.00 alle 18.00 (per la fase a eliminazione diretta).
Tutto il ricavato delle due giornate andrà a sostenere la ricerca scientifica sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker e le attività di Parent Project a supporto delle famiglie che convivono con la patologia.
Per partecipare è necessario confermare la propria presenza entro la terza settimana di maggio attraverso la pagina Facebook ufficiale dell’evento o contattando uno dei numeri in calce.
Durante le due giornate sarà attivo uno stand gastronomico, per condividere momenti di convivialità tra una partita e l’altra. Saranno a disposizione presso lo stand panini con salamella, wurstel o porchetta, patatine fritte, dolci, acqua, bibite, birra e altro ancora.
Per informazioni e adesioni
Mail - torneoduchenne@gmail.com
Pulcini – Luca Rossi – Tel. 331/3535330 (solo Whatsapp)
Allievi – Mirco Rossi – Tel. 342/0502862
Juniores – Elia Rossi – Tel. 346/2234348 – Fabrizio Comini – Tel. 340/9566235 (dopo le ore 19)
Open – Andrea Rossi – Tel. 347/2245715 – Mattia Rocca – Tel. 334/9633800 (solo Whatsapp)
Femminile – Filippo Martina – Tel. 366/4877198 (dopo le ore 18)
Piccoli Attori In Scena Per Combattere La Duchenne
Il gruppo teatrale “Progetto Applauso” presenta “Occhio a Pinocchio”
Teatro centro culturale Aldo Moro
Via Traversagna, 4 Cordenons
ore 20:30
Venerdì’ 26 Maggio, presso il teatro centro culturale Aldo Moro, alle ore 20:30, il gruppo teatrale “Progetto Applauso”, diretto da Piera Franzo, si esibirà in uno scoppiettante spettacolo a sostegno di Parent Project onlus, associazione di genitori di bambini e ragazzi con la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
“Progetto Applauso” nasce dall’iniziativa di Piera Franzo, insegnante di scuola primaria appassionata da sempre di teatro. La giovanissima compagnia raggruppa alunni di prima media, insieme ad altri bambini e ragazzi loro vicini per età, accomunati dalla voglia di divertirsi e mettersi in gioco sul palco. Fa parte del gruppo anche il giovane Jacopo, 13 anni, appartenente alla rete di Parent Project onlus.
La serata sarà ad ingresso libero, e non è necessaria la prenotazione. Chi lo desidera, potrà versare un’offerta libera, che verrà destinata da Parent Project alla ricerca scientifica sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker, patologia genetica degenerativa che colpisce in età infantile e per la quale non esiste ancora una cura.
IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DI PARENT PROJECT
Sabato 13 maggio, nell’ambito dell’Assemblea dei Soci di Parent Project, è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo dell’associazione, composto da 9 membri.
Il Consiglio direttivo è l’organo che coordina e dirige lo svolgimento delle attività dell’associazione, dando esecuzione alle delibere dell’Assemblea. Stabilisce le linee di azione di Parent Project nel suo complesso, assumendo tutte le decisioni più importanti nella vita associativa.
È composto da un numero variabile di consiglieri (da 3 a 9), eletti dall’Assemblea dei soci. Dura in carica 3 anni ed elegge Presidente e Vice Presidente.
In bocca al lupo a tutti i consiglieri – a chi prosegue il proprio impegno e a chi ha deciso di intraprendere questa nuova avventura – per una proficua e intensa collaborazione, sempre nell’ottica di fare crescere Parent Project e renderla ancora più attiva e vicina alle famiglie!
Andiamo a conoscere i nostri nuovi consiglieri!
Marco Annecchino
È il papà di Luca, Giulia e Federica. Vive a Roma, è avvocato ed è attivo all’interno di Parent Project da diversi anni. Da tempo offre il proprio supporto legale all’associazione, oltre ad aver rivestito già in passato il ruolo di consigliere.
Filippo Buccella
È papà di Luca, Giacomo, Tommaso, Giulia… e di Parent Project. Vive a Roma. Farmacista per professione, la sua forza e la sua determinazione hanno permesso di iniziare la battaglia dell’associazione contro la distrofia muscolare.
Gianni Buontempi
Volontario instancabile di Parent Project. Anche lui vive a Roma ed è papà di tre figli: Alessandra, Francesca e Marco. Ufficiale giudiziario, è molto impegnato nella raccolta fondi; da 17 anni promuove e coordina l’ormai consolidato spettacolo di Natale di Roma dedicato a Parent Project.
Sara Capponi
Mamma di Giovanni e Pietro. Vive a Ceriale (SV). Laureata in Economia, attualmente è genitore a tempo pieno. Attiva in associazione da tempo, è una new entry nel consiglio direttivo, pronta a portare nuove energie all’interno di Parent Project.
Luca Genovese
Papà di Marco, Matteo e Marianna. Vive a Vittoria (RG). Insegnante e commercialista, dal 2016 è diventato Presidente di Parent Project, dopo avere affiancato per anni Filippo Buccella in qualità di vice presidente.
Gerardo Laurenzana
È papà di Alessia e di Antonio, vive a Tito (PZ) ed è operaio in un’azienda. Una new entry nel consiglio direttivo di Parent Project, è molto impegnato nella raccolta fondi e rappresenta un punto di riferimento per tutte le famiglie della Basilicata.
Ezio Magnano
Papà di Marco e Stefano, vive a Sortino (SR), è impiegato in un’azienda ed è delegato territoriale per la Sicilia. Attivo da anni all’interno dell’associazione, nel mandato precedente come consigliere ha seguito in modo particolare l’ambito del Centro Ascolto Duchenne.
Stefano Mazzariol
Papà di Marco e Matteo, vive a Carbonera (TV), è impiegato nell’industria e dal 2016 è vice presidente di Parent Project. Segue particolarmente l’area scientifica ed ha ottenuto il titolo di “Paziente esperto” dopo aver partecipato al corso europeo EUPATI sul processo di Ricerca e Sviluppo (R&S) di farmaci e terapie innovative.
Maria Rosaria Rollo
Mamma di Giorgio, 6 anni. Romana d’adozione ma legatissima al suo Salento, lavora come impiegata nel settore pubblico. Molto impegnata nella raccolta fondi, ambito che ha curato anche nel precedente mandato come consigliera di Parent Project.
Santhera fornisce un aggiornamento sulle tempistiche della richiesta per Raxone® nella Distrofia Muscolare di Duchenne in Europa
Liestal, Svizzera, 19 maggio 2017 - Santhera Pharmaceuticals, una company farmaceutica specializzata focalizzata sullo sviluppo di trattamenti innovativi per patologie rare mitocondriali e neuromuscolari, annuncia un aggiornamento sulle tempistiche per la valutazione in corso da parte della Commissione per i Prodotti Medicinali per Uso Umano (CHMP) della sua richiesta di estensione per Raxone® alla Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD).
“Santhera è in una fase di discussione costruttiva in corso con il CHMP e ci aspettiamo ora di ricevere una richiesta di informazioni aggiuntive per supportare ulteriormente la rilevanza clinica dei nostri dati. Stiamo lavorando a stretto contatto con il CHMP per concludere il processo di richiesta e prevediamo un parere nel Q3 del 2017,” ha detto Thomas Meier, PhD, CEO di Santhera.
La richiesta è stata presentata come una Variazione di Tipo II dell’autorizzazione alla commercializzazione esistente e si basa sui dati provenienti dallo studio di Santhera di fase 2 (DELPHI) e dal successivo studio cruciale con esito favorevole di fase 3 (DELOS), quest’ultimo in pazienti che non assumono glucocorticoidi concomitanti. Questi dati hanno dimostrato un beneficio statisticamente significativo e clinicamente rilevante del Raxone nel preservare la funzione respiratoria rispetto al placebo. Questo risultato è ulteriormente confermato da uno studio di storia naturale, che mostra che i benefici osservati nel gruppo trattato con Raxone non sarebbe stato previsto dal decorso naturale della patologia.
L’indicazione prevista per Raxone è rallentare la perdita della funzione respiratoria nei pazienti DMD che attualmente non stanno assumendo glucocorticoidi. L’indicazione includerebbe pazienti che erano stati trattati in precedenza con glucocorticoidi o in cui il trattamento con i glucocorticoidi non è desiderato, non tollerato o è controindicato.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project Onlus
Pedalando Contro La Duchenne
Mercoledì 24 maggio si svolgerà "Pordenone e Aviano in rosa: aspettando il giro d'Italia" manifestazione ciclistica non competitiva a sostegno di Parent Project onlus e della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
Due punti di ritrovo previsti:
- alle ore 17:00 in piazza XX Settembre (Pordenone)
- alle ore 18:00 in Piazza Duomo (Aviano).
Obbligatori casco e faretto anteriore/posteriore.
PER INFORMAZIONI
piancavallobikenight@gmail
Giovedì 25 maggio si terrà il raduno cicloturistico a sostegno di Parent Project onlus e della ricerca scientifica sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
Il ritrovo è previsto alle ore 19:00 in piazza XX Settembre, a Pordenone, per poi attraversare le vie della città.
Obbligatori casco e faretto anteriore/posteriore.
PER INFORMAZIONI
piancavallobikenight@gmail
Summit completa l’arruolamento di PhaseOut DMD, uno studio clinico di fase 2 con Ezutromid nei pazienti DMD
Oxford, Regno Unito, 15 maggio 2017 – Summit Therapeutics plc (NASDAQ: SMMT, AIM: SUMM), la company focalizzata sulla scoperta e sviluppo di farmaci per l’avanzamento delle terapie per la Distrofia Muscolare di Duchenne (‘DMD’) e l’infezione da Clostridium difficile, annuncia oggi di aver completato l’arruolamento nel trial PhaseOut DMD, uno studio clinico di fase 2 di tipo “proof of concept”, con il modulatore dell’utrofina, ezutromid, nei pazienti con DMD. PhaseOut DMD mira a fornire una prova sul meccanismo alla base del funzionamento di ezutromid attraverso misurazioni di un certo numero di parametri relativi alla struttura, stato di salute e funzione muscolare. La company ritiene che il trial potrà fornire conoscenze importanti sulla modulazione dell’utrofina quale potenziale trattamento per modificare il decorso della patologia per tutti i pazienti con DMD, indipendentemente dalla sottostante mutazione nella distrofina.
Con la somministrazione dell’ultimo paziente nel trial, la company ha attivato una tranche di pagamento di 22 milioni di dollari come parte dell’accordo di licenza e collaborazione con Sarepta Therapeutics, Inc.
“Il completamento dell’arruolamento in PhaseOut DMD è uno step importante nello sviluppo di ezutromid mentre cerchiamo di capire se questo modulatore dell’utrofina ha effetti positivi sulla struttura muscolare che portano a cambiamenti nello stato d salute e funzione del muscolo nei pazienti con DMD” ha detto il Dott. David Roblin, Chief Operating Officer e Presidente della R&D di Summit. “ La modulazione dell’utrofina ha un potenziale come un’opzione di trattamento universale per i pazienti con la DMD e aspettiamo impazientemente i risultati dei dati a 24 settimane attesi nel primo trimestre del 2018.”
PhaseOut DMD è uno studio clinico in aperto di 48 settimane che ha arruolato 40 pazienti presso centri nel Regno Unito e negli USA. Come definito nel trial, ogni paziente è sottoposto a due biopsie, una iniziale all’arruolamento e la seconda a 24 o 48 settimane. Summit prevede di diffondere le analisi delle biopsie a 24 settimane provenienti da 20 pazienti, così come i dati dell’MRI a 24 settimane e quelli funzionali relativi a tutti i 40 pazienti arruolati nel trial, nel primo trimestre del 2018. I dati principali provenienti dalle 48 settimane complete dello studio sono previsti per il terzo trimestre del 2018.
Ulteriori informazioni circa PhaseOut DMD sono disponibili alla pagina https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02858362 e www.utrophintrials.com.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project Onlus
Nuovi dati preclinici supportano SGT-001 come approccio terapeutico innovativo per la distrofia muscolare di Duchenne
Solid Biosciences verso l’inizio del programma clinico per il candidato di terapia genica nei prossimi mesi.
Cambridge, MA - 11 maggio 2017 - Solid Biosciences ha annunciato oggi che i nuovi dati provenienti da due studi preclinici rafforzano il potenziale della sua terapia genica sperimentale con microdistrofina, SGT-001, nell’essere un approccio di trattamento efficace per la distrofia muscolare di Duchenne (DMD). I dati preclinici, che sono stati presentati al 20esimo convegno annuale della “American Society of Gene and Cell Therapy” (ASGCT), hanno dimostrato che un'unica somministrazione di SGT-001 ha determinato un'espressione duratura e significativa di microdistrofina e miglioramenti nella funzione muscolare senza alcuna risposta immunitaria osservata. La company prevede di avviare sperimentazioni cliniche con SGT-001 nella seconda metà del 2017.
"Questi dati preclinici mostrano la potenziale efficacia, durata e tollerabilità di SGT-001 e ci forniscono maggiore fiducia nel nostro piano di avviare il nostro programma clinico entro la fine dell'anno", ha detto Joel Schneider, Ph.D., vicepresidente della Ricerca e Sviluppo di Solid Biosciences. "Vorrei ringraziare i nostri partner accademici per il loro lavoro nell’aiutarci a costruire uno dei più robusti set di dati preclinici sulla terapia genica nella DMD e per condividere la nostra missione di portare trattamenti significativi ai pazienti con questa patologia".
I dati degli studi sono stati presentati dai collaboratori di Solid dell'Università del Missouri e della Texas A & M University in due poster:
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I risultati ottenuti da uno studio preclinico in corso a lungo termine, a dosaggio variabile in cani, hanno mostrato che la somministrazione sistemica di quattro diverse dosi di SGT-001 ha portato all'espressione del transgene nell’intero organismo, in modo dose dipendente e duratura fino a 24 mesi. Questa espressione è correlata con i miglioramenti in più parametri funzionali.
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I risultati provenienti da uno studio preclinico condotto in cieco, con dosaggio variabile nei cani, hanno mostrato che tre diverse dosi di SGT-001 portano a miglioramenti dose-dipendenti statisticamente significativi nella funzione muscolare rispetto agli animali non trattati. Questi miglioramenti hanno correlato con l’espressione prolungata del transgene durante il periodo di studio.
In entrambi gli studi, la somministrazione di SGT-001 è stata ben tollerata e non è stata osservata una risposta immunitaria nei confronti del transgene.
Per completare questi risultati, Solid ha anche presentato dati per convalidare l'utilità di diversi saggi di sieroprevalenza nel contesto preclinico. Tutti i dati fanno parte del programma preclinico finalizzato alla IND per SGT-001 di Solid. La sicurezza e l'efficacia di SGT-001 saranno ulteriormente valutate negli studi clinici.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project Onlus
XV Conferenza Internazionale di Parent Project onlus: gli studi clinici e le aspettative dei pazienti
Il panorama della distrofia muscolare di Duchenne e Becker sta cambiando giorno dopo giorno. I risultati che arrivano dal mondo della ricerca scientifica sono di grande portata: ad oggi circa 25 farmaci hanno ottenuto la designazione di farmaco orfano per la DMD/BMD e due sono approdati all’approvazione accelerata per la Duchenne. Grandi conquiste dal punto di vista scientifico, ma dal punto di vista dei pazienti? Quali sono le reali aspettative sugli studi clinici in corso, e su quelli ancora in avvio, da parte delle famiglie? Se ne è discusso alla Conferenza Internazionale con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato genitori di pazienti Duchenne, clinici e aziende farmaceutiche.
di Francesca Ceradini
La tavola rotonda è stata introdotta da Luca Genovese, Presidente di Parent Project onlus, e da Filippo Buccella, fondatore dell’associazione e responsabile della ricerca e del network clinico. “Negli ultimi dieci anni la ricerca ha fatto passi da giganti e la prospettiva dei ragazzi Duchenne sta cambiando radicalmente, con un netto miglioramento della qualità di vita. Questo è stato reso possibile dall'intera comunità Duchenne e anche grazie al lavoro che Parent Project sta portando avanti da ormai venti anni – ha dichiarato Genovese – Sebbene la scienza abbia dato i suoi risultati tangibili, questi non sono ancora risolutivi. Per questo motivo è importante continuare ad impegnarsi anche sugli aspetti quotidiani e non meramente medici della patologia.” Il punto di partenza della discussione della tavola rotonda è stato proprio questo: in un periodo di tale “fermento scientifico” nel campo della Duchenne, è ovvio che l’attenzione delle famiglie e dei pazienti sia focalizzato sui risultati e sulle promesse degli studi clinici ma bisogna saper rimanere con i piedi per terra e concentrarsi sulla qualità di vita nel quotidiano perché ci si potrebbe scontrare con aspettative troppo alte, o con aspettative che non sempre coincidono con quelle della comunità scientifica.
“I trial sono spesso percepiti dai pazienti come delle opportunità, ma non è sempre così – ha sottolineato Filippo Buccella – le fasi 1 e 2 sono fasi fondamentali per il processo di sviluppo di una terapia ma si tratta di un vero e proprio esperimento che può andar bene come può andare male. Partecipare ad un trial rappresenta un grande sacrificio per le famiglie e potrebbe deludere le aspettative.” Ad esempio, un aspetto molto importante da prendere in considerazione nella partecipazione ad uno studio clinico è il fatto che la maggior parte delle sperimentazioni sono controllate con placebo (sostanza simile al farmaco sperimentale ma priva di azione farmacologica). Un’esigenza richiesta dalle agenzie regolatorie, anche se con una dichiarata volontà di ridurre sempre di più il numero di pazienti che in uno studio prendono il placebo, per la quale al momento non ci sono molte alternative. Con la partecipazione ad un trial molti genitori vogliono dare l’opportunità al figlio di avere accesso ad un farmaco sperimentale innovativo, ma quest’aspettativa potrebbe scontrarsi con la realizzazione, dopo uno o due anni, che il bambino non ha potuto trarre nessun beneficio dallo studio perché ha preso il placebo. “Dobbiamo essere consapevoli che per molti di noi la partecipazione ad un trial non si fa per avere una terapia per i nostri figli, ma per quelli che verranno - ha spiegato Luca Genovese - Con questa visione possiamo ridimensionare le nostre aspettative e dare un significato diverso alle sperimentazioni cliniche, orientato sull’interesse collettivo”.
Un altro punto critico è sicuramente la delusione delle aspettative che hanno le famiglie con i ragazzi più grandi, ovvero i pazienti che hanno più urgenza di avere a disposizione un nuovo farmaco ma che sono ad oggi solitamente esclusi dai trial perché non rientrano nei criteri di reclutamento. La maggior parte degli studi clinici in corso coinvolgono infatti pazienti deambulanti e con un’età che va dai 7 ai 13 anni. A questo riguardo però le novità sono incoraggianti, in conferenza è emerso chiaramente che uno degli obiettivi di diverse aziende farmaceutiche impegnate sul fronte della Duchenne è di riuscire ad allargare il più possibile la fascia di età dei partecipanti ai trial. Prendendo in considerazione i bambini piccoli, con un’età inferiore ai cinque anni e quindi nella fase precoce, e forse più contrastabile della malattia, ma anche i ragazzi e i giovani adulti che fino ad oggi sono rimasti esclusi. Ne sono un esempio Cardero Therapeutics con gli studi su Epicatechina, Sarepta Therapeutics con la strategia dell’exon skipping, PTC Therapeutics con Translarna e Santhera Pharmaceuticals con Raxone. Alcune di queste aziende hanno dato il loro contributo alla discussione partecipando alla tavola rotonda.
Affrontando poi la tematica del ruolo delle biotech nel portare avanti la ricerca clinica si è aperta la questione sull’importanza di una comunicazione corretta e tempestiva dei progressi e risultati delle sperimentazioni cliniche. “Negli ultimi anni in Italia è stata creata un’importante rete di dialogo tra aziende farmaceutiche, ricercatori, clinici e pazienti, con Parent Project sempre in prima linea nell’organizzazione di convegni, incontri territoriali e webinar – ha dichiarato Eugenio Mercuri del Policlinico Universitario Gemelli di Roma e coinvolto come coordinatore di molti studi clinici – Ma nonostante tutte queste accortezze, noi clinici che siamo a contatto con i pazienti che partecipano ai trial ci accorgiamo che le aspettative sono ancora troppo alte e che spesso la comunicazione dei risultati da parte delle biotech non è adeguata per le famiglie.” La comunità dei pazienti, in Italia come all’estero, ritiene che sia un diritto quello di poter aver accesso, in tempi brevi, ai risultati dei trial ai quali si partecipa. Senza dover aspettare i comunicati stampa delle aziende o le pubblicazioni scientifiche che escono dopo anni. Non sono rari gli esempi di famiglie che non hanno mai saputo niente sui dati ottenuti dallo studio clinico al quale partecipava il figlio, o che sono venute a conoscenza dei risultati leggendoli direttamente su un comunicato stampa pubblicato sul web. “Ci dovrebbe essere un impegno formale da parte dello sponsor della sperimentazione clinica, verso le famiglie, per la comunicazione dei risultati in tempi ben definiti – ha commentato Filippo Buccella – Non importa se dopo 2 mesi, 6 mesi o un anno, l’importante è che i dati vengano messi a disposizione nel tempo concordato.” Inoltre, la condivisione dei dati dei trial, sia che siano positivi sia che siano negativi (includendo i dati sul placebo), è fondamentale non solo per le famiglie ma per tutta la comunità scientifica per capire in che direzione procedere, e per non ripetere gli stessi errori su altri studi clinci. “Il tema di un accordo formale fatto tra aziende e famiglie è molto importante perché fa parte di un rapporto di fiducia – ha sottolineato Francesco Muntoni, Direttore del Dubowitz Neuromuscular Centre all’University College di Londra – Darebbe una mano anche a noi clinici per sapere quali dei risultati che abbiamo in mano possiamo divulgare, nella maniera più corretta possibile, alle famiglie.”
Una grande criticità è, inoltre, la diversa visione che hanno le famiglie Duchenne rispetto alle aziende farmaceutiche e alle agenzie regolatorie. I risultati che sono stati ottenuti negli ultimi anni da diversi studi clinici sono spesso stati percepiti in maniera diversa da chi porta avanti la sperimentazione clinica, o la deve regolare, e da chi la sperimentazione la fa sulla propria pelle. Lo stesso vale per i rischi, i cosiddetti effetti collaterali, che si è disposti a prendere per avere a disposizione un nuovo trattamento che dia dei benefici. È capitato che alcuni risultati non siano stati considerati sufficienti dalle agenzie regolatorie ai fini autorizzativi di una terapia sperimentale, mentre rappresentavano dei risultati importanti, anche se non di grande impatto, in termini di beneficio per la vita quotidiana dei pazienti. Ne è un emblematico esempio l’interruzione dello studio clinico condotto con la molecola sperimentale drisapersen per l’exon skipping dell’esone 51. Nel 2016 le agenzie regolatorie, sia quella statunitense che quella europea, hanno dichiarato che i risultati del trial di fase 3 presentati dall’azienda BioMarin non avevano raggiunto il livello di evidenza significativa rispetto all’efficacia, da qui la decisione di BioMarin di interrompere il trial e altri studi di exon skipping che avevano nella loro programmazione. Decisione che arriva in maniera brusca e inaspettata alle famiglie coinvolte nel trial, le quali avevano invece una percezione completamente diversa. “La sensazione delle famiglie, e anche mia personale, è che drisapersen desse dei benefici tangibili – ha dichiarato Luca Genovese, coinvolto in prima persona nello studio clinico – Noi genitori eravamo ben consapevoli del fatto che non fossimo di fronte ad una vera soluzione del problema, ma abbiamo notato un rallentamento della degenerazione che per noi vuol dire tanto perché può significare camminare anche due anni in più.” Ed è proprio qui il nodo del problema: mentre la comunità scientifica e gli enti regolatori valutano la rilevanza scientifica e statistica dei risultati di uno studio clinico, e forse si aspettano che un farmaco possa arrestare completamente la patologia, i pazienti e le famiglie ne valutano l’impatto sulla loro qualità di vita. Benefici apparentemente piccoli, che possono non essere sufficienti secondo le agenzie regolatorie a mandare avanti l’iter di sviluppo di una terapia innovativa, possono invece fare la differenza per un paziente e per la sua famiglia. Avere a disposizione un farmaco che dia la possibilità a un paziente Duchenne di fare anche un semplice scalino vuol dire superare la maggior parte delle barriere architettoniche che si trovano in una città. Riuscire a camminare per 50 metri in più può non essere significativo nell’ottica della valutazione regolatoria di un trial, ma può voler dire camminare qualche anno in più per un ragazzo. “Bisogna ricordare che migliorare la qualità di vita di un ragazzo Duchenne vuol dire migliorare la qualità di vita dell’intera famiglia e del suo entourage - ha sottolineato Stefano Mazzariol, vicepresidente di Parent Project onlus - E ciò avrà degli effetti positivi anche nell’ambito lavorativo dei genitori. Insomma, da un piccolo beneficio clinico si scatena un effetto a cascata che alla fine si ripercuote su tutta la società.”
Ed è proprio su queste diverse percezioni e diverse aspettative che bisogna lavorare, instaurando un dialogo costruttivo tra pazienti, aziende farmaceutiche e agenzie regolatorie. Innanzitutto, le famiglie dovrebbero illustrare chiaramente agli enti regolatori cosa si aspettano da uno specifico studio clinico e quali risultati sono per loro sufficienti per portare avanti lo sviluppo di un nuovo farmaco o terapia. A questo riguardo il team di Eugenio Mercuri, in collaborazione con quello di Francesco Muntoni, sta lavorando per costruire un questionario per raccogliere in maniera strutturata le opinioni delle famiglie coinvolte negli studi clinici. L’idea è poi di portare i dati ottenuti dal questionario, che rappresentano la percezione delle famiglie sui benefici del trattamento in sperimentazione, direttamente alle agenzie regolatorie per poter così valutare i risultati dei trial con un importante fattore in più: la “voce dei pazienti”. “Le sensazioni valgono come semplici sensazioni finché queste non vengono trasformate in dati con una rilevanza scientifica. E i dati sono lo strumento attraverso il quale gli enti regolatori si basano per le approvazioni dei farmaci innovativi”, ha dichiarato Eugenio Mercuri. Le diverse aziende farmaceutiche che hanno partecipato alla discussione si sono dimostrate assolutamente d’accordo su questa iniziativa e sulla necessità di ricevere dei riscontri da parte delle famiglie. “Sarebbe un percorso molto utile, i pazienti sono in grado di catturare dei cambiamenti che i test che abbiamo a disposizione nei trial non sono in grado di fare – ha commentato Paolo Bettica di Italfarmaco – e questo rappresenta una preziosa fonte di informazioni che possono avere un peso significativo nelle decisioni da parte dei regolatori.” D’altra parte le aziende si impegneranno sul fronte di una comunicazione corretta e tempestiva ideata ad hoc per aggiornare le famiglie sui risultati e sugli sviluppi degli studi clinici, anche nell’ottica di fornire ulteriori informazioni utili ai pazienti per poter poi dare opinioni e poter prendere decisioni.
Ancora una volta, è stata sottolineata in conferenza la necessità di avere una solida collaborazione tra ricercatori, clinici, pazienti, aziende farmaceutiche e agenzie regolatorie per lavorare in maniera efficiente sul processo di sviluppo di terapie innovative per la Duchenne e Becker. Una collaborazione nella quale il paziente ha una posizione centrale e può avere un importante ruolo come “consulente” per la valutazione dei risultati degli studi clinici e per definire le priorità della ricerca clinica in generale.

