Santhera annuncia la pubblicazione dei dati che dimostrano a livello molecolare il differente meccanismo d’azione di vamorolone rispetto ai corticosterioidi
In un comunicato stampa diffuso il 14 settembre, l'azienda farmaceutica Santhera Pharmaceutical annuncia che i ricercatori della Emory University di Atlanta hanno pubblicato sulla rivista internazionale PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) i risultati di una ricerca che studia le basi molecolari del meccanismo d’azione di vamorolone e che identifica i meccanismi coinvolti nella mancata attivazione di alcuni effetti collaterali tipici degli steroidi.
Era già noto che i recettori a cui si lega vamorolone sono gli stessi a cui si legano i corticosteroidi (i recettori dei glucocorticoidi, GR). Confrontando le interazioni dei due composti con il recettore, si è visto che vamorolone ha un punto di contatto in meno con il recettore rispetto ai corticosteroidi e che questa differenza modifica la capacità del recettore di legare ulteriori proteine. Nello specifico, la diversa conformazione dei siti di legame risulta in un’associazione più blanda con le proteine che attivano i geni associati ad alcuni effetti indesiderati che normalmente si osservano con i corticosteroidi. Al tempo stesso viene invece mantenuto il legame con altre proteine che agiscono da repressori e che sono necessarie per l’attività antinfiammatoria associata all’efficacia dei corticosteroidi.
Vamorolone è un farmaco in fase avanzata di sviluppo clinico con il potenziale di offrire un’alternativa valida ai corticosteroidi, l’attuale standard di cura per i ragazzi con DMD. I dati appena pubblicati supportano le proprietà farmacologiche vantaggiose di vamorolone rispetto ai corticosteroidi già osservate sia in modelli animali che in pazienti con Duchenne. Ricordiamo infatti che i primi dati provenienti dallo studio clinico in aperto con vamorolone (di cui potete leggere la notizia al seguente link) hanno mostrato un’efficacia dipendente dalla dose del farmaco e una riduzione degli effetti indesiderati.
A cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project aps
Potete leggere il Comunicato Stampa ufficiale diffuso da Santhera al seguente link.
Potete ascoltare gli ultimi aggiornamenti relativi allo studio e consultare la scheda descrittiva del trial al seguente link.
Scoperto nuovo approccio per il trattamento della distrofia muscolare di Duchenne
Con piacere diffondiamo il comunicato stampa riguardante lo
studio, finanziato da Parent Project aps, del team di ricerca di Pier Lorenzo
Puri e pubblicato sulla rivista EMBO reports. Si tratta di una collaborazione internazionale tra la
Fondazione Santa Lucia IRCCS, l'istituto statunitense Sanford Burnham Prebys Medical
Discovery Institute e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Lo studio individua le vescicole extracellulari rilasciate
all'interno del tessuto muscolare distrofico come un nuovo possibile target per
potenziare l’effetto degli inibitori delle deacetilasi istoniche (iHDAC) sulla
rigenerazione muscolare, la fibrosi e l'infiammazione. La capacità degli inibitori
delle deacetilasi di contrastare la progressione della patologia, aumentando il
potenziale rigenerativo dei muscoli distrofici, è stata dimostrata in studi
precedenti. Givinostat è infatti un inibitore delle istone deacetilasi ed è in
grado di riattivare la corretta cascata di eventi molecolari che permette al
tessuto muscolare di rispondere al danno con un meccanismo antiinfiammatorio e
rigenerativo.
La nostra associazione desidera
ringraziare oltre ai ricercatori coinvolti anche tutta la comunità di pazienti
inclusi negli studi clinici con gli inibitori delle deacetilasi istoniche che
hanno reso possibile il raggiungimento dei risultati descritti
Roma, 15
settembre 2020 – Un team di ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS,
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e del Sanford Burnham Prebys
Medical Discovery Institute di La Jolla, California, ha dimostrato che un
intervento farmacologico volto a correggere il contenuto delle vescicole
extracellulari rilasciate all'interno del tessuto muscolare distrofico può
ripristinare la capacità di rigenerazione dei muscoli e prevenire le fibrosi
muscolari.
Lo studio,
pubblicato su EMBO Reports, rivela un nuovo promettente approccio terapeutico
per la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), e ha implicazioni di vasta
portata nel campo delle distrofie muscolari e della medicina rigenerativa in
generale.
Le
vescicole extracellulari sono particelle bioattive scambiate tra cellule del
nostro corpo e pertanto capaci di influenzare l’attivita’ dei nostri organi e
tessuti. Nell’ultimo decennio queste particelle hanno attirato l’attenzione
della comunità biomedica a causa del loro potenziale terapeutico. Esse
contengono infatti informazioni, sotto forma di DNA, RNA o proteine, che
vengono trasmesse tra cellule di diverso tipo. Le alterazioni nel contenuto di
queste particelle portano, nei muscoli distrofici, a una comunicazione errata
tra le cellule presenti nell’interstizio dei muscoli distrofici e ne alterano
il comportamento. In questo studio, gli scienziati hanno scoperto che queste
alterazioni possono essere corrette per ripristinare la comunicazione
fisiologica tra le cellule dei muscoli distrofici.
"Il
nostro studio mostra che le vescicole extracellulari sono mediatori bioattivi
che possono trasferire i benefici dei farmaci, in questo caso inibitori
dell’istone deacetilasi (iHDAC), per il trattamento della distrofia muscolare
di Duchenne", afferma Pier Lorenzo Puri, Full Professor al
Sanford-Burnham-Prebys Medical Discovery Institute, precedentemente Direttore
del Laboratorio di Epigenetica e Farmacologia Rigenerativa della Fondazione
Santa Lucia IRCCS, e autore dello studio. “Abbiamo scoperto le potenzialità del
trattamento con iHDAC quasi vent’anni fa, e svolto il lavoro preclinico che ha
portato alla sperimentazione clinica oggi in corso su bambini con distrofia di
Duchenne.”
Nelle
sperimentazioni cliniche in corso, i bambini con Duchenne sono infatti trattati
con inibitori dell’istone deacetilasi (iHDAC) a dosi sub-ottimali a causa del
rischio di effetti collaterali avversi. L’auspicio degli scienziati è che le
vescicole extracellulari possano fornire un nuovo approccio basato sul rilascio
nei muscoli distrofici di queste particelle bioattive non immunogeniche che
mantengano l'azione benefica degli iHDAC sui muscoli distrofici senza causare
gli effetti secondari sistemici indesiderati di questi farmaci.
"Visto
che il potenziale terapeutico degli inibitori delle istone deacetilasi
disponibili in questo momento è limitato da alcuni effetti avversi sistemici –
spiega Puri - riteniamo che l'utilizzo di vescicole extracellulari corrette
farmacologicamente con iHDAC possa essere esplorato per veicolare nei muscoli
distrofici una sorta di “essenza” dell’azione farmacologica di questi farmaci
evitandone gli effetti indesiderati".
Approfondimento sulla ricerca:
Didascalia: con il progredire della distrofia muscolare di Duchenne (DMD), i livelli di RNA benefico (in viola) nei muscoli, chiamato miR-206, si riducono. Per lo studio i ricercatori sono stati capaci di incrementare la quantità di miR-206 nelle vescicole extracellulari in cellule staminali di tessuto muscolare permettendo la rigenerazione dei muscoli.
Recenti studi hanno rivelato un alto
numero di cellule presenti negli spazi tra le miofibre muscolari e in grado di
contribuire ai processi rigenerativi muscolari. Tra queste celluleci sono i
progenitori fibro-adipogenici (FAP), che normalmente aiutano le cellule
staminali muscolari a rigenerare le miofibre in seguito a traumi muscolari.
Precedenti ricerche del team di Puri hanno dimostrato che con il progredire
della distrofia di Duchenne la funzione di queste cellule viene alterata al
punto che anziche’ “aiutare” le cellule staminali muscolari a rigenerare le
miofibre distrutte dalla malattia, attivano un processo di riparazione
alternativo, ma patologico – ovvero riparano il muscolo con cicatrici
fibrotiche. La continua apposizione di materiale fibrotico al posto di miofibre
contrattili nei muscoli distrofici viene considerato un evento chiave per la
perdita della funzione muscolare nei pazienti affetti dalla distrofia muscolare
di Duchenne, ma anche altre forme di distrofia muscolare.
Gli
scienziati sospettavano che una comunicazione alterata tra FAP e cellule
staminali muscolari, dovuta a modificazioni nel contenuto delle vescicole
extracellulari scambiate tra queste cellule, potesse essere parte del problema.
Per rispondere a questa domanda, Martina Sandonà, ricercatrice della Fondazione
Santa Lucia IRCCS e prima autrice dello studio, insieme ai suoi colleghi ha
condotto una serie di esperimenti utilizzando biopsie muscolari di pazienti
affetti da distrofia muscolare di Duchenne arruolati in uno studio di
sperimentazione clinica con iHDAC. I ricercatori sono stati in grado di
dimostrare che con il progredire della distrofia la comunicazione cellulare
attraverso le vescicole extracellulari viene progressivamente alterata nel
tempo, compromettendo il potenziale di rigenerazione dei muscoli. I ricercatori
hanno dimostrato che la correzione del contenuto delle vescicole extracellulari
con un inibitore HDAC attiva le cellule staminali muscolari e promuove la
rigenerazione riducendo la fibrosi e l'infiammazione.
"I
nostri risultati possono probabilmente essere estesi ad altre condizioni e
malattie, poiché le vescicole extracellulari farmacologicamente 'trattate'
potrebbero essere sfruttate come strumento terapeutico nella medicina
rigenerativa", afferma Valentina Saccone, PhD in Genetica Medica e
ricercatrice alla Fondazione Santa Lucia IRCCS. "Queste particelle
potrebbero anche essere utilizzate come approccio adiuvante per altri
trattamenti, come le terapie geniche o cellulari" aggiunge Saccone.
Una possibile speranza
Progressi
nel trattamento della DMD sono molto attesi dalle persone affette dalla
malattia e dai loro familiari. La malattia genetica è causata da mutazioni
geniche che portano alla mancata espressione della distrofina, una proteina
deputata al mantenimento dell’integrita’ di struttura delle fibre muscolari in
seguito alla contrazione. I muscoli di pazienti affetti da distrofia muscolare
di Duchenne sono pertando vulnerabili alla degenerazione post-contrazione che
porta alla progressiva perdita di tessuto muscolare contrattile e sostituzione
con tessuto fibrotico.
La
distrofia muscolare di Duchenne colpisce principalmente i bambini maschi (circa
uno su 5.000 nati), con sintomi che spesso compaiono tra i 3 e i 5 anni. I
progressi fatti nel campo della ricerca medica e una presa in carico
multidisciplinare hanno consentito di raddoppiare l’aspettativa di vita e
superare la terza decade.
"Per
i bambini e gli adulti che convivono con la DMD e le loro famiglie, la ricerca
fornisce un raggio di speranza per un futuro migliore", afferma Filippo
Buccella, fondatore di Parent Project aps, che ha fornito un supporto continuo
al team di Puri negli ultimi 20 anni e ha finanziato questa ricerca.
"Questo studio rivela un nuovo promettente approccio terapeutico per la
Duchenne – continua Buccella - e ci
avvicina di un passo ai trattamenti che aiutano i bambini a mantenere la forza
muscolare il più a lungo possibile e a vivere vite lunghe e appaganti".
Martina
Sandonà aggiunge: “Questo studio ha un significato speciale per me: il mio
sogno è sempre stato quello di avere l'opportunità di aiutare i ragazzi che
vivono con la DMD attraverso la ricerca".
Questo
lavoro fornisce anche un esempio della dedizione incessante allo studio della
Duchenne da parte del team di Puri.
"Più
opzioni abbiamo per trattare la distrofia di Duchenne meglio è, poiché è
probabile che i farmaci con diversi meccanismi di azione possano essere più
efficaci in combinazione", afferma Sharon Hesterlee, Ph.D, Vicepresidente
esecutivo e Direttore della ricerca della MuscularDystrophy Association (MDA).
Il team di ricerca
Le prime
autrici dello studio sono Martina Sandonà (Fondazione Santa Lucia IRCCS -
Sapienza Università di Roma) e Silvia Consalvi (Fondazione Santa Lucia IRCCS).
Altri
autori: Luca Tucciarone (Fondazione Santa Lucia IRCCS - Sapienza Università di
Roma); Marco De Bardi e Daniela Francesca Angelini (Fondazione Santa Lucia
IRCCS); Manuel Scimeca (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”);
Valentina Buffa e Antonella Bongiovanni (CNR); Adele D'Amico ed Enrico Silvio
Bertini (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù); Sara Cazzaniga; Marina Bouché
(Sapienza Università di Roma).
Questo
lavoro è supportato dal National Institutes of Health (1R01AR076247-01,
R01GM134712-01),il Ministero della Salute italiano (GR2016-02362451), il
Duchenne Parent Project Italy and Netherland, MuscularDystrophy Association
(MDA), Epigen e l’Association FrancaisecontrelesMyopathies (AFM). Il DOI dello
studio è 10.15252 / embr.202050863.
Ufficio Stampa -
Fondazione Santa Lucia IRCCS:
Davide Pagnanelli
Cell.: +39 392 2168442
Mail: d.pagnanelli@hsantalucia.it
Link al comunicato in lingua inglese: https://www.sbpdiscovery.org/news/scientists-uncover-a-novel-approach-to-treating-duchenne-muscular-dystrophy
Parliamo di coronavirus con bambini e ragazzi
Il Centro Ascolto Duchenne ha elaborato due nuovi materiali dedicati ai bambini e ai ragazzi che fanno parte della nostra comunità, per offrire uno strumento in più a genitori e figli per parlare del periodo che stiamo attraversando, delle nuove abitudini e delle emozioni che stiamo vivendo nella nostra quotidianità.
La prima brochure è rivolta, idealmente, ai bambini fino a 9 anni e la seconda alla fascia di età successiva, fino ai 14 anni circa. Entrambe sono scaricabili da questa pagina in formato digitale.
Il Centro Ascolto rimane a disposizione per un affiancamento nella lettura e, come sempre, per informazioni e supporto, al numero 345/5597204 e all'email centroascolto@parentproject.it.
Scarica qui le brochure
Gilead-Creating Possible al fianco di Parent Project
Parent Project aps ha ricevuto un contributo da Gilead-Creating Possible, nell’ambito del Community Grants Program, a sostegno del progetto "Emergenza Covid-19: Parent Project a sostegno della Comunità Duchenne".Il contributo è stato concesso per supportare Parent Project a fronte delle attività messe in campo nei primi mesi dell'emergenza Covid-19.
L'associazione, nello specifico, ha predisposto un servizio di assistenza a distanza - a cura del Centro Ascolto Duchenne, in collaborazione con l’ufficio scientifico -
attraverso contatti telefonici e incontri in video chiamata, al fine di supportare le famiglie e i pazienti sulle problematiche emergenti legate alla restrizione delle norme anticontagio e alla riorganizzazione degli aspetti della propria vita.
Le azioni principali sono state rivolte al:
- sostegno psicologico: interventi di supporto e orientamento sul disagio emozionale vissuto sia dai ragazzi che dai genitori a causa della pandemia e successiva condivisione di strategie orientate alla comunicazione con i bambini ed i ragazzi;
- supporto in ambito scolastico e lavorativo: gli interventi in quest'ambito si sono fortemente centrati sul sostegno e il supporto rispetto alle difficoltà legate alla didattica a distanza, con interventi di confronto con le famiglie ma anche di formazione e orientamento con i referenti scolastici degli istituti frequentati dai ragazzi;
- accesso a prestazioni sanitarie ed assistenziali: il supporto si è focalizzato sul fornire informazioni importanti sull'effettuazione di fisioterapia in ambito domestico, mediare nel contatto con i centri clinici e le strutture sanitarie deputate all'erogazione di servizi, farmaci e ausili, oltre ad importanti informazioni in ambito scientifico e di supporto alle visite previste dai protocolli dei trial clinici.
Nell’ambito dell’obiettivo di supporto psicologico delle famiglie si sono tenuti 3 gruppi di confronto al mese, da giugno ad agosto, suddivisi per destinatari e per fascia di età, per permettere di gestire al meglio questi momenti di particolare risonanza emotiva.
Per far fronte alle numerose richieste sugli aspetti clinici è stato attivato il servizio “Chiedi all’esperto”, attraverso il quale tre professionisti, un neurologo, una cardiologa ed un medico anestesista per gli aspetti respiratori, in qualità di volontari, si sono messi a disposizione delle famiglie e dei pazienti per rispondere a quesiti specifici in situazione di contagio o rischio contagio da Coronavirus.
E' stato, inoltre, organizzato un webinar sulla fisioterapia il 3 luglio 2020, che ha visto la partecipazione di 50 persone. Il webinar è stata un’occasione per informare e formare le nuove famiglie entrate in contatto con Parent Project durante la fase di lockdown sull’importanza della fisioterapia nella vita dei pazienti, fin da piccoli, e supportare le famiglie e i ragazzi adulti che si sono visti sospendere tutte le attività legate all’assistenza personale a tutto tondo a causa della pandemia.
Il Centro Ascolto Duchenne ha elaborato due materiali dedicati ai bambini e ai ragazzi che fanno parte della comunità di pazienti, per offrire uno strumento in più a genitori e figli per parlare del periodo che stavano affrontando, delle nuove abitudini e delle emozioni vissute nella quotidianità.
La prima brochure è stata rivolta, idealmente, ai bambini fino a 9 anni e la seconda alla fascia di età successiva, fino ai 14 anni circa. Entrambe sono scaricabili da questa pagina in formato digitale.
Decreto semplificazioni 2020, ombre e luci sulla disabilità
Vi segnaliamo un decreto che porterá molte novità in tema di disabilità e riconoscimenti; si tratta di un'importante apertura che potrà snellire le procedure, facilitando la vita di tutte le persone con una disabilità.
Di seguito il link al sito HandyLex per maggiori approfondimenti:
http://www.handylex.org/news/2020/09/11/decreto-semplificazioni-2020-ombre-e-luci-sulla-disabilita
Una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione dalla comunità di pazienti con DMD/BMD
Le proposte di Parent Project, associazione di
pazienti e genitori di figli con
distrofia muscolare di Duchenne e Becker
Al Ministro dell'Istruzione
e per
conoscenza
al
Comitato tecnico-scientifico
alla
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome
Gentile Ministro,
l'apertura del nuovo anno
scolastico, dopo la lunga interruzione imposta dall'emergenza sanitaria, è alle
porte: un momento carico di aspettative e anche di preoccupazioni per molti
studenti e le loro famiglie.
A tornare sui banchi di scuola
saranno anche molti alunni che convivono con una disabilità o una patologia.
Tra questi, i bambini e i giovani che fanno parte della comunità di pazienti
con distrofia muscolare di Duchenne e Becker (DMD/BMD), grave patologia
genetica rara, che comporta la degenerazione dei tessuti muscolari, non ha
ancora una cura, e richiede una complessa presa in carico multidisciplinare per
garantire la migliore qualità di vita possibile.
I giovani pazienti che
convivono con la DMD o la BMD rappresentano una fetta di popolazione particolarmente
vulnerabile a complicanze di tipo respiratorio anche gravi, specie a partire
dall'adolescenza e devono, quindi, essere particolarmente tutelati rispetto al
rischio di contrarre il covid-19.
Come potrà immaginare, le
famiglie dei nostri ragazzi stanno affrontando l'inizio dell'anno scolastico
con apprensione. Da una parte, è prioritario che i ragazzi vengano protetti in
ogni modo dai rischi di contagio; dall'altra, il ritorno a scuola rappresenta
per loro, come per tutti i coetanei, un'opportunità fondamentale di
socializzazione, un elemento non sostituibile da esperienze di insegnamento a
distanza.
Siamo consapevoli
che non esista una ricetta ideale, applicabile a tutte le diverse situazioni
degli studenti che rientreranno in aula in questi giorni. Facciamo appello alle
istituzioni perché tengano in considerazione le esigenze dei bambini e giovani
che vivono una situazione come quella dei nostri figli nel caso di una seconda
ondata del virus e, in generale, nel corso di questo anno scolastico così
delicato. Riteniamo che sia fondamentale un atteggiamento di pragmatica
flessibilità ed apertura nei confronti delle esigenze del singolo alunno, che
potranno variare nel tempo a seconda dell'evoluzione dello scenario e del
quadro di salute generale.
Auspichiamo che
possano essere prese in considerazione le indicazioni riportate:
- garantire la
didattica in presenza, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, in assenza
di un aumento dei contagi significativo;
- vigilare sulle
misure di distanziamento interpersonale e l’utilizzo dei DPI, evitando che
queste misure diventino motivo di allontanamento degli alunni con disabilità
dalla classe;
- assicurare, sin
dai primi giorni di scuola, tutti i sostegni e le risorse necessari per il
raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici indicati nel PEI;
- programmare la
costruzione del PEI sin dai primi giorni di scuola, promuovendo il
coinvolgimento e la corresponsabilizzazione dei genitori e delle figure di
riferimento dell'alunno. La partecipazione delle famiglie e dell'équipe che
segue l'alunno risulta fondamentale per pianificare le strategie adeguate ad
affrontare i bisogni educativi emersi a causa della pandemia;
- valutare la
possibilità di frequentare le lezioni a distanza in caso di aumentato rischio
per il paziente (es. casi di coronavirus in istituto);
- ridefinire la
modalità di frequenza nel corso dell'anno, in base alla mutevole situazione
sanitaria e allo stato di salute dello studente;
- organizzare
dettagliatamente e preventivamente l’attività formativa, in presenza e a
distanza, così da renderla il più possibile omogenea in tutto il territorio
nazionale ed evitare eventuali momenti di interruzione della didattica in caso
di nuovo lockdown.
Siamo certi che
saprete dedicare l'attenzione necessaria a questa problematica e rimaniamo a
disposizione per ogni approfondimento.
Luca Genovese
Presidente Parent Project aps
La
distrofia muscolare di Duchenne colpisce 1 su 5.000 neonati maschi. È la
forma più grave delle distrofie muscolari, si manifesta nella prima infanzia e
causa una progressiva degenerazione dei muscoli, conducendo, nel corso
dell’adolescenza, ad una condizione di disabilità sempre più severa. La
distrofia muscolare di Becker è una variante meno grave, il cui decorso varia
da un paziente all’altro. Al momento, non esiste una cura. I progetti di
ricerca e il trattamento da parte di un’équipe multidisciplinare hanno permesso
di migliorare le condizioni generali e raddoppiare l’aspettativa di vita dei
ragazzi.
Parent Project aps è un’associazione di pazienti e genitori con
figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker. Dal 1996
lavora per migliorare il trattamento, la qualità della vita e le prospettive a
lungo termine di bambini e ragazzi attraverso la ricerca, l’educazione, la
formazione e la sensibilizzazione. Gli obiettivi di fondo che hanno fatto
crescere l'associazione fino ad oggi sono quelli di affiancare e sostenere le famiglie
dei bambini che convivono con queste patologie attraverso una rete di Centri
Ascolto, promuovere e finanziare la ricerca scientifica al riguardo e
sviluppare un network collaborativo in grado di condividere e diffondere
informazioni chiave.
Per informazioni:
Elena Poletti
Tel. 331/6173371
e.poletti@parentproject.it
Santhera annuncia il completamento del reclutamento dello studio VISION-DMD con vamorolone
Santhera Pharmaceuticals ha annunciato l’11 settembre che l’azienda partner ReveraGen Biopharma ha completato il reclutamento nello studio di fase 2b VISION-DMD con vamorolone. La molecola, sviluppata da ReveraGen e per la quale Santhera ha acquisito i diritti di licenza per tutte le indicazioni a livello globale, è in grado di legare gli stessi recettori dei corticosteroidi e di modificarne l’attività a valle, funzionando quindi come potenziale farmaco alternativo all’attuale standard di cura per i ragazzi con distrofia muscolare di Duchenne.
Lo studio VISION-DMD, della durata di 48 settimane, è stato disegnato come studio pilota per valutare l’efficacia e la sicurezza di vamorolone somministrato oralmente a due diversi dosaggi (2 o 6 mg/kg/die) rispetto al prednisone o al placebo in bambini con DMD di età compresa tra i 4 e i 7 anni non compiuti.
Sono 121 i pazienti attualmente reclutati in 30 centri clinici tra America, Europa, Israele e Australia, di cui l’ultimo completerà le prime 24 settimane di trattamento nel primo trimestre del 2021. La lettura dei dati principali, attesa per il secondo trimestre, prevede valutazioni della forza muscolare e della funzionalità motoria, con il tempo per alzarsi da terra (TTSTAND) come esito di valutazione primario. Le successive 24 settimane di trattamento valuteranno la persistenza degli effetti nel tempo, con l’obiettivo di confermare il profilo di tollerabilità di vamorolone già evidenziato nello studio di fase 2a condotto su 48 bambini con DMD nella stessa fascia di età, e di poterlo offrire in alternativa ai corticosteroidi. Se i risultati dei dati relativi alle prime 24 settimane di trattamento saranno positivi, si aprirà la strada per una sottomissione regolatoria all’agenzia statunitense FDA nel quarto trimestre 2021.
Vamorolone ha ottenuto lo stato di Farmaco Orfano negli Stati Uniti e in Europa, la designazione Fast Track e Malattia Pediatrica Rara negli Stati Uniti e di Farmaco Innovativo Promettente (PIM) nel Regno Unito.
A cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project aps
Potete leggere il Comunicato Stampa ufficiale diffuso da Santhera al seguente link.
Aggiornamenti da Sarepta sulla terapia genica con la microdistrofina SRP-9001
In un comunicato stampa emesso il 9 settembre, l'azienda farmaceutica statunitense Sarepta Therapeutics ha annunciato di aver concluso un confronto con l’Office of Tissues and Advanced Therapies – OTAT (una divisione della FDA che si occupa di regolamentare i prodotti di terapia genica negli Stati Uniti) in merito ai prossimi studi con SRP-9001, la terapia genica con la microdistrofina sviluppata dall’azienda.L’obiettivo del confronto era ottenere dalla FDA un accordo per la prossima fase degli studi clinici di terapia genica con SRP-9001 che impiegherà materiale di grado commerciale, ovvero ottenuto attraverso lo stesso processo commerciale che verrebbe usato se SRP-9001 fosse approvato dalla FDA.In base a quanto riportato nel comunicato, la FDA avrebbe chiesto a Sarepta di fornire ulteriori dati per valutare il materiale di grado commerciale. L’azienda risponderà tempestivamente alla richiesta al fine di procedere rapidamente verso la prossima fase di sperimentazione clinica.
A cura dell'Ufficio Scientifico di Parent Project aps
Potete leggere il comunicato stampa ufficiale diffuso da Sarepta al seguente link
Potete ascoltare gli ultimi aggiornamenti relativi allo studio e consultare la scheda descrittiva del trial al seguente link
Una partita per la ricerca
Si svolgerà sabato 12 settembre, dalle ore 16, presso lo Stadio Fabiani di Sabaudia (via Genova, 1) la terza edizione de "Una partita per la ricerca".
L'evento, che ha ricevuto il patrocinio gratuito del Comune di Sabaudia, consisterà in un pomeriggio dedicato al calcio e alla solidarietà: tutte le donazioni raccolte andranno a sostegno di Parent Project aps.
A confrontarsi in campo saranno 4 formazioni: gli "Amici di Parent Project", il team Ass. Commercianti di Sabaudia, la squadra Latina Calcio Women e la formazione Avvocati Latina Calcio.
