Con piacere diffondiamo il comunicato stampa riguardante lo studio, finanziato da Parent Project aps, del team di ricerca di Pier Lorenzo Puri e pubblicato sulla rivista EMBO reports. Si tratta di una collaborazione internazionale tra la Fondazione Santa Lucia IRCCS, l’istituto statunitense Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Lo studio individua le vescicole extracellulari rilasciate all’interno del tessuto muscolare distrofico come un nuovo possibile target per potenziare l’effetto degli inibitori delle deacetilasi istoniche (iHDAC) sulla rigenerazione muscolare, la fibrosi e l’infiammazione. La capacità degli inibitori delle deacetilasi di contrastare la progressione della patologia, aumentando il potenziale rigenerativo dei muscoli distrofici, è stata dimostrata in studi precedenti. Givinostat è infatti un inibitore delle istone deacetilasi ed è in grado di riattivare la corretta cascata di eventi molecolari che permette al tessuto muscolare di rispondere al danno con un meccanismo antiinfiammatorio e rigenerativo.
La nostra associazione desidera ringraziare oltre ai ricercatori coinvolti anche tutta la comunità di pazienti inclusi negli studi clinici con gli inibitori delle deacetilasi istoniche che hanno reso possibile il raggiungimento dei risultati descritti
Roma, 15 settembre 2020 – Un team di ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e del Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute di La Jolla, California, ha dimostrato che un intervento farmacologico volto a correggere il contenuto delle vescicole extracellulari rilasciate all’interno del tessuto muscolare distrofico può ripristinare la capacità di rigenerazione dei muscoli e prevenire le fibrosi muscolari.
Lo studio, pubblicato su EMBO Reports, rivela un nuovo promettente approccio terapeutico per la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), e ha implicazioni di vasta portata nel campo delle distrofie muscolari e della medicina rigenerativa in generale.
Le vescicole extracellulari sono particelle bioattive scambiate tra cellule del nostro corpo e pertanto capaci di influenzare l’attivita’ dei nostri organi e tessuti. Nell’ultimo decennio queste particelle hanno attirato l’attenzione della comunità biomedica a causa del loro potenziale terapeutico. Esse contengono infatti informazioni, sotto forma di DNA, RNA o proteine, che vengono trasmesse tra cellule di diverso tipo. Le alterazioni nel contenuto di queste particelle portano, nei muscoli distrofici, a una comunicazione errata tra le cellule presenti nell’interstizio dei muscoli distrofici e ne alterano il comportamento. In questo studio, gli scienziati hanno scoperto che queste alterazioni possono essere corrette per ripristinare la comunicazione fisiologica tra le cellule dei muscoli distrofici.
“Il nostro studio mostra che le vescicole extracellulari sono mediatori bioattivi che possono trasferire i benefici dei farmaci, in questo caso inibitori dell’istone deacetilasi (iHDAC), per il trattamento della distrofia muscolare di Duchenne”, afferma Pier Lorenzo Puri, Full Professor al Sanford-Burnham-Prebys Medical Discovery Institute, precedentemente Direttore del Laboratorio di Epigenetica e Farmacologia Rigenerativa della Fondazione Santa Lucia IRCCS, e autore dello studio. “Abbiamo scoperto le potenzialità del trattamento con iHDAC quasi vent’anni fa, e svolto il lavoro preclinico che ha portato alla sperimentazione clinica oggi in corso su bambini con distrofia di Duchenne.”
Nelle sperimentazioni cliniche in corso, i bambini con Duchenne sono infatti trattati con inibitori dell’istone deacetilasi (iHDAC) a dosi sub-ottimali a causa del rischio di effetti collaterali avversi. L’auspicio degli scienziati è che le vescicole extracellulari possano fornire un nuovo approccio basato sul rilascio nei muscoli distrofici di queste particelle bioattive non immunogeniche che mantengano l’azione benefica degli iHDAC sui muscoli distrofici senza causare gli effetti secondari sistemici indesiderati di questi farmaci.
“Visto che il potenziale terapeutico degli inibitori delle istone deacetilasi disponibili in questo momento è limitato da alcuni effetti avversi sistemici – spiega Puri – riteniamo che l’utilizzo di vescicole extracellulari corrette farmacologicamente con iHDAC possa essere esplorato per veicolare nei muscoli distrofici una sorta di “essenza” dell’azione farmacologica di questi farmaci evitandone gli effetti indesiderati”.
Approfondimento sulla ricerca:
Didascalia: con il progredire della distrofia muscolare di Duchenne (DMD), i livelli di RNA benefico (in viola) nei muscoli, chiamato miR-206, si riducono. Per lo studio i ricercatori sono stati capaci di incrementare la quantità di miR-206 nelle vescicole extracellulari in cellule staminali di tessuto muscolare permettendo la rigenerazione dei muscoli.
Recenti studi hanno rivelato un alto numero di cellule presenti negli spazi tra le miofibre muscolari e in grado di contribuire ai processi rigenerativi muscolari. Tra queste celluleci sono i progenitori fibro-adipogenici (FAP), che normalmente aiutano le cellule staminali muscolari a rigenerare le miofibre in seguito a traumi muscolari. Precedenti ricerche del team di Puri hanno dimostrato che con il progredire della distrofia di Duchenne la funzione di queste cellule viene alterata al punto che anziche’ “aiutare” le cellule staminali muscolari a rigenerare le miofibre distrutte dalla malattia, attivano un processo di riparazione alternativo, ma patologico – ovvero riparano il muscolo con cicatrici fibrotiche. La continua apposizione di materiale fibrotico al posto di miofibre contrattili nei muscoli distrofici viene considerato un evento chiave per la perdita della funzione muscolare nei pazienti affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne, ma anche altre forme di distrofia muscolare.
Gli scienziati sospettavano che una comunicazione alterata tra FAP e cellule staminali muscolari, dovuta a modificazioni nel contenuto delle vescicole extracellulari scambiate tra queste cellule, potesse essere parte del problema. Per rispondere a questa domanda, Martina Sandonà, ricercatrice della Fondazione Santa Lucia IRCCS e prima autrice dello studio, insieme ai suoi colleghi ha condotto una serie di esperimenti utilizzando biopsie muscolari di pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne arruolati in uno studio di sperimentazione clinica con iHDAC. I ricercatori sono stati in grado di dimostrare che con il progredire della distrofia la comunicazione cellulare attraverso le vescicole extracellulari viene progressivamente alterata nel tempo, compromettendo il potenziale di rigenerazione dei muscoli. I ricercatori hanno dimostrato che la correzione del contenuto delle vescicole extracellulari con un inibitore HDAC attiva le cellule staminali muscolari e promuove la rigenerazione riducendo la fibrosi e l’infiammazione.
“I nostri risultati possono probabilmente essere estesi ad altre condizioni e malattie, poiché le vescicole extracellulari farmacologicamente ‘trattate’ potrebbero essere sfruttate come strumento terapeutico nella medicina rigenerativa”, afferma Valentina Saccone, PhD in Genetica Medica e ricercatrice alla Fondazione Santa Lucia IRCCS. “Queste particelle potrebbero anche essere utilizzate come approccio adiuvante per altri trattamenti, come le terapie geniche o cellulari” aggiunge Saccone.
Una possibile speranza
Progressi nel trattamento della DMD sono molto attesi dalle persone affette dalla malattia e dai loro familiari. La malattia genetica è causata da mutazioni geniche che portano alla mancata espressione della distrofina, una proteina deputata al mantenimento dell’integrita’ di struttura delle fibre muscolari in seguito alla contrazione. I muscoli di pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne sono pertando vulnerabili alla degenerazione post-contrazione che porta alla progressiva perdita di tessuto muscolare contrattile e sostituzione con tessuto fibrotico.
La distrofia muscolare di Duchenne colpisce principalmente i bambini maschi (circa uno su 5.000 nati), con sintomi che spesso compaiono tra i 3 e i 5 anni. I progressi fatti nel campo della ricerca medica e una presa in carico multidisciplinare hanno consentito di raddoppiare l’aspettativa di vita e superare la terza decade.
“Per i bambini e gli adulti che convivono con la DMD e le loro famiglie, la ricerca fornisce un raggio di speranza per un futuro migliore”, afferma Filippo Buccella, fondatore di Parent Project aps, che ha fornito un supporto continuo al team di Puri negli ultimi 20 anni e ha finanziato questa ricerca. “Questo studio rivela un nuovo promettente approccio terapeutico per la Duchenne – continua Buccella – e ci avvicina di un passo ai trattamenti che aiutano i bambini a mantenere la forza muscolare il più a lungo possibile e a vivere vite lunghe e appaganti”.
Martina Sandonà aggiunge: “Questo studio ha un significato speciale per me: il mio sogno è sempre stato quello di avere l’opportunità di aiutare i ragazzi che vivono con la DMD attraverso la ricerca”.
Questo lavoro fornisce anche un esempio della dedizione incessante allo studio della Duchenne da parte del team di Puri.
“Più opzioni abbiamo per trattare la distrofia di Duchenne meglio è, poiché è probabile che i farmaci con diversi meccanismi di azione possano essere più efficaci in combinazione”, afferma Sharon Hesterlee, Ph.D, Vicepresidente esecutivo e Direttore della ricerca della MuscularDystrophy Association (MDA).
Il team di ricerca
Le prime autrici dello studio sono Martina Sandonà (Fondazione Santa Lucia IRCCS – Sapienza Università di Roma) e Silvia Consalvi (Fondazione Santa Lucia IRCCS).
Altri autori: Luca Tucciarone (Fondazione Santa Lucia IRCCS – Sapienza Università di Roma); Marco De Bardi e Daniela Francesca Angelini (Fondazione Santa Lucia IRCCS); Manuel Scimeca (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”); Valentina Buffa e Antonella Bongiovanni (CNR); Adele D’Amico ed Enrico Silvio Bertini (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù); Sara Cazzaniga; Marina Bouché (Sapienza Università di Roma).
Questo lavoro è supportato dal National Institutes of Health (1R01AR076247-01, R01GM134712-01),il Ministero della Salute italiano (GR2016-02362451), il Duchenne Parent Project Italy and Netherland, MuscularDystrophy Association (MDA), Epigen e l’Association FrancaisecontrelesMyopathies (AFM). Il DOI dello studio è 10.15252 / embr.202050863.
Ufficio Stampa – Fondazione Santa Lucia IRCCS:
Davide Pagnanelli
Cell.: +39 392 2168442
Mail: d.pagnanelli@hsantalucia.it
Link al comunicato in lingua inglese: https://www.sbpdiscovery.org/news/scientists-uncover-a-novel-approach-to-treating-duchenne-muscular-dystrophy