NUOVI BERSAGLI FARMACOLOGICI PER LA DUCHENNE
L'infiammazione è solo un cattivo segnale? No, se non è cronica. Questo emerge dall'ultimo studio condotto da Pier Lorenzo Puri, che ha identificato proprio nel processo infiammatorio dei segnali che, correttamente attivati, possono stimolare la rigenerazione muscolare nella Duchenne. Pubblicata sulla rivista specializzata Cell Stem Cell, la ricerca – cofinanziata da Parent Project - ha osservato da vicino il meccanismo 'a cascata' coinvolto nell'infiammazione muscolare, individuando dei segnali di infiammazione 'buoni' e dei segnali 'cattivi'.
In condizioni normali, il tessuto muscolare è soggetto ad usura per il continuo alternarsi di contrazione e rilassamento e viene riparato dalle cellule staminali muscolari che migrano nella zona danneggiata e lì proliferano andando a sanare il danno. Quando la lesione è ingente, subentra anche un'infiammazione, cioè sono attivati dei segnali molecolari che inducono l'organismo a reagire. In un'infiammazione temporanea i segnali sono 'buoni' e stimolano la proliferazione delle cellule staminali, in modo da riparare lo strappo creatosi nel muscolo.
Invece, se l'infiammazione è cronica come nel muscolo distrofico, si attivano dei segnali che inibiscono la proliferazione delle cellule staminali e stimolano invece un processo di fibrosi del muscolo, che lo rende sempre più rigido. Il team del Dulbecco Telethon Institute ha decifrato due di questi segnali: il fattore TNF, una citochina infiammatoria, e la chinasi p38, un enzima che controlla l'attività di TNF. Bloccando direttamente o per via mediata l'azione di TNF in topi distrofici dmx, si è visto che si può aumentare il numero delle cellule staminali muscolari e, di conseguenza, la capacità rigenerativa del muscolo. Questi risultati aprono nuove prospettive per farmaci mirati in grado di spegnere o accendere in modo intermittente questi segnali molecolari.
'Stiamo valutando diversi composti chimici diretti contro gli enzimi chiave della cascata di segnali cellulari identificata da questo lavoro, per aumentare la capacità delle cellule staminali muscolari di rigenerare il tessuto muscolare. Con questo trattamento non si riparano i danni e non si torna indietro con la malattia ma si può regalare tempo al paziente e alla ricerca scientifica, che nel frattempo sta andando avanti in varie direzioni', conferma Puri. La prossima sfida sarà individuare pazienti che presentino le condizioni adatte per sottoporsi alla terapia.
COMUNICATO 08.10.10
COMUNICATO 07.10.10
Libri: memorie dalla Versilia a sostegno della ricerca contro la distrofia muscolare di Duchenne
Domenica 10 ottobre alle 15.30 al teatro parrocchiale di Piano di Mommio a Massarosa (Viareggio), il gruppo Amici di Thomas presenta il libro "C’era una volta. Raccolta di ricordi e storie vissute" a cura di Federica Giannecchini.
Il volume, edito con il patrocinio del Comune di Massarosa e il sostegno della Soveco srl, è un viaggio nella memoria compiuto attraverso i ricordi personali dei nonni delle comunità di Piano di Mommio e Piano di Conca. Grazie all’impasto tra storie private, vicende storiche, mutamenti del paesaggio e del costume, C’era una volta compone un mirabile affresco della provincia italiana che risulta essere tanto immediato quanto evocativo.
Le storie sono raccolte ed elaborate dalla giovanissima Federica Giannecchini, che ha voluto devolvere i proventi del libro a Parent Project Onlus, l’associazione di genitori di bambini e ragazzi affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker. Una decisione che è figlia della partecipazione dell’autrice alle attività degli “Amici di Thomas”, un gruppo locale di volontari nato per sostenere la causa di Parent Project onlus. Un impegno portato avanti con un entusiasmo che ha permesso di coinvolgere in pochi anni una vasta comunità solidale e di ottenere risultati straordinari.
La Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker (DMD e DMB) è una malattia genetica causata da un’alterazione del
gene della
Distrofinalocalizzato sul cromosoma X. Nell’età adulta, la degenerazione muscolare determina una grave compromissione del muscolo cardiaco, del diaframma e dei muscoli intercostali fino a rendere necessaria l'assistenza respiratoria. Attualmente, non esiste una cura specifica ma un trattamento da parte di una equipe multidisciplinare che ha consentito di migliorare le condizioni generali e raddoppiare le aspettative di vita. Si stima che in Italia siano circa 5.000 le persone affette dalla patologia.
Parent Project Onlus, l’associazione di genitori fondata nel 1996, è impegnata nel finanziamento della ricerca scientifica e riveste un ruolo fondamentale nello studio di interventi mirati a sostenere le persone affette dalla distrofia di Duchenne e Becker e le loro famiglie. Dal 2002 ha aperto il Centro Ascolto Duchenne (CAD), un servizio gratuito che fornisce informazioni e del quale possono beneficiare tutti gli specialisti interessati all’approfondimento. Il CAD, inoltre, si occupa di aggiornare un data-base che oggi è uno strumento indispensabile per tutta l’equipe multidisciplinare e i ricercatori per monitorare gli sviluppi della patologia. Il CAD ha sede in Lombardia, Piemonte, Marche, Lazio, Puglia, Sardegna, Calabria e Sicilia.
Per informazioni sulle attività in Toscana contattare il delegato regionale di Parent Project Cinzia Fantozzi allo 0586-898544.
Maggiori informazioni sui progetti nazionali è possibile riceverle telefonando al numero 06 66182811 o visitando il sito www.parentproject.it Per informazioni sul Registro Pazienti DMD/DMB www.registrodmd.it Per sostenere le attività: c/c postale 94255007 - BCC Ag. 19 di Roma IBAN IT 38 V 08327 03219 000000005775
Ufficio stampa Parent Project Onlus
Stefania Collet - Cell. 349 5737747 Tel. 06 66.18.28.11 email ufficiostampa@parentproject.it
Francesca Bottello -Tel. 06 66.18.28.11 email press@parentproject.it
CUORE ARTIFICIALE PER UN RAGAZZO DMD
E’ affetto da distrofia muscolare di Duchenne il 15enne che ha subito un impianto di cuore artificiale all’ospedale Bambino Gesù di Roma lo scorso giovedì. Si tratta del primo intervento al mondo su un paziente di questa età.
L’apparecchio è una piccola pompa di titanio di soli 400 grammi per 4 centimetri, posta sul ventricolo sinistro, in grado di ripristinarne la funzionalità. Il cuore artificiale, collocato interamente all'interno del torace per ridurre i rischi di infezione, è ricaricato ogni 10 ore attraverso un un spinotto esterno collocato dietro l’orecchio.
Di solito un impianto del genere è una soluzione temporanea per permettere a pazienti affetti da gravi disfunzioni cardiache di arrivare in vita al trapianto. In questo caso, invece, il ragazzo convivrà con questo cuore a pile per tutta la vita perché la Duchenne non rende applicabile la sostituzione dell’organo. Una soluzione tentata dall’équipe del Bambino Gesù dato che l’aspettativa di vita dell’adolescente prima dell’intervento non superava il mese. La prognosi del ragazzo è strettamente riservata, dato il carattere innovativo e la complessità dell’intervento.
Il cuore artificiale permanente potrebbe dunque aprire nuove prospettiveterapeutiche per i pazienti con patologie cardiache che, per ragioni cliniche – come del caso di persone affette da DMD – non sono candidabili a ricevere un cuore da donatore.
Fonte: ufficio stampa Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Guarda l'intervista al prof. Amodeo, il cardiochirurgo che ha eseguito l'intervento.
COMUNICATO 23.09.10
Alla Sagra del Miele di Sortino, la solidarietà è dedicata a Parent Project Onlus
All’evento, giunto alla sua trentesima edizione, sarà presente l’associazione di genitori che combatte la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
Si svolgerà dal 1 al 3 ottobre a Sortino, in provincia di Siracusa, la famosa "Sagra del miele", l’importante appuntamento che coinvolge tutta la cittadinanza e che ogni anno è visitato da oltre cinquantamila persone. Durante l’evento, che si fonda sull’antica tradizione delle famiglie sortinesi dedite all'apicoltura, decine di apicoltori (detti fasciddari), offriranno i vari tipi di miele ibleo e gli ottimi dolci tipici (piretti, pignoccata, torrone, sanfurricchi).
Anche quest’anno, tra gli stand allestiti in piazza G. Verga e lungo corso Umberto I, ci sarà uno spazio dedicato alla solidarietà dove i volontari Parent Project Onlus, forniranno informazioni sulle attività dell’associazione e presso il quale sarà possibile trovare tanti bellissimi gadget e fare donazioni in favore della ricerca scientifica contro la Distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
La Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker (DMD e DMB) è una malattia genetica causata da un’alterazione del
gene della
Distrofinalocalizzato sul cromosoma X. Nell’età adulta, la degenerazione muscolare determina una grave compromissione del muscolo cardiaco, del diaframma e dei muscoli intercostali fino a rendere necessaria l'assistenza respiratoria. Attualmente, non esiste una cura specifica ma un trattamento da parte di una equipe multidisciplinare che ha consentito di migliorare le condizioni generali e raddoppiare le aspettative di vita. Si stima che in Italia siano circa 5.000 le persone affette dalla patologia.
Parent Project Onlus, l’associazione di genitori fondata nel 1996, è impegnata nel finanziamento della ricerca scientifica e riveste un ruolo fondamentale nello studio di interventi mirati a sostenere le persone affette dalla distrofia di Duchenne e Becker e le loro famiglie. Dal 2002 ha aperto il Centro Ascolto Duchenne (CAD), un servizio gratuito che fornisce informazioni e del quale possono beneficiare tutti gli specialisti interessati all’approfondimento. Il CAD, inoltre, si occupa di aggiornare un data-base che oggi è uno strumento indispensabile per tutta l’equipe multidisciplinare e i ricercatori per monitorare gli sviluppi della patologia. Il CAD ha sede in Lombardia, Piemonte, Marche, Lazio, Puglia, Sardegna, Calabria e Sicilia.
Per informazioni sulle attività di Parent Project Onlus in Sicilia si può contattare il delegato regionale Luca Genovese 339 7068178, il delegato provinciale Ezio Magnano 333 7478706 e il CAD di Vittoria al numero verde 800 943 333.
Maggiori informazioni sui progetti nazionali è possibile riceverle telefonando al numero 06 66182811 o visitando il sito www.parentproject.it Per informazioni sul Registro Pazienti DMD/DMB www.registrodmd.it Per sostenere le attività: c/c postale 94255007 - BCC Ag. 19 di Roma IBAN IT 38 V 08327 03219 000000005775
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COMUNICATO 22.09.10
In Puglia, medici e famiglie si incontrano per parlare di distrofia di Duchenne
Si svolgerà il prossimo 2 ottobre, presso Ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti, il Convegno “Distrofia Muscolare Duchenne e Becker, la presa in carico globale nella Regione Puglia”.
L’incontro, organizzato da Parent Project Onlus. l’associazione di genitori che combatte contro la grave
malattia rara, nasce dall’esigenza di sviluppare sul territorio regionale pugliese una rete specialistica capace di garantire la presa in carico globale e condivisa dei trattamenti per la distrofia muscolare di Duchenne/Becker.
Molte le famiglie che parteciperanno all’evento che vedrà l’intervento di importanti specialisti che operano in diverse strutture ospedaliere dove è stato organizzato un efficace modello di presa in carico del paziente Duchenne. Durante l’incontro, sviluppato per offrire un aggiornamento sia in ambito clinico che scientifico, si parlerà della gestione delle emergenze respiratorie, della prevenzione respiratoria, della presa in carico globale e della riabilitazione. Tra gli interventi anche quello per illustrare il modello di presa in carico che Parent Project Onlus propone su tutto il territorio pugliese.
La giornata, articolata in due parti, prevede dalle 11.30 alle 13.30 un tavolo di lavoro riservato a medici e specialisti e dalle 14.30 alle 17.00, l’incontro dedicato alle famiglie provenienti da tutta la Puglia e dalle regioni limitrofe. Il Convegno si svolgerà presso la Sala Convegni dell'Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale "F. Miulli" Prov. Acquaviva - Santeramo Km. 4,100 Acquaviva delle Fonti (BA).
La Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker è una malattia genetica causata da un’alterazione del
gene della
Distrofina localizzato sul cromosoma X. Nell’età adulta, la degenerazione muscolare determina una grave compromissione del muscolo cardiaco, del diaframma e dei muscoli intercostali fino a rendere necessaria l'assistenza respiratoria. Attualmente, non esiste una cura specifica ma un trattamento da parte di una equipe multidisciplinare che ha consentito di migliorare le condizioni generali e raddoppiare le aspettative di vita. Si stima che in Italia siano circa 5.000 le persone affette dalla patologia.
Parent Project Onlus, l’associazione di genitori fondata nel 1996, è impegnata nel finanziamento della ricerca scientifica e riveste un ruolo fondamentale nello studio di interventi mirati a sostenere le persone affette dalla distrofia di Duchenne e Becker e le loro famiglie. Dal 2002 grazie al Centro Ascolto Duchenne (CAD), offre un servizio gratuito che fornisce informazioni alle famiglie e agli specialisti interessati all’approfondimento. Il CAD, inoltre, si occupa di aggiornare un data-base che oggi è diventato uno strumento utile per monitorare gli sviluppi della patologia e al quale si rivolgono l’equipe multidisciplinare e i ricercatori. Il CAD ha sede in Lombardia, Piemonte, Marche, Lazio, Puglia, Sardegna, Calabria e Sicilia.
Maggiori informazioni sull’incontro e sui progetti di Parent Project Onlus è possibile richiederle al numero 06 66182811 o visitando il sito internet www.parentproject.it
Per contattare il Centro Ascolto Duchenne chiamare il Numero Verde gratuito 800 943 333
Per sostenere le attività con una donazione: c/c postale 94255007 BCC Ag. 19 IBAN IT 38 V 08327 03219 000000005775 intestati a Parent Project Onlus
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COMUNICATO 15.09.10
Allo Stadio di Tavarnuzze "La Solidarietà corre sul campo"
Nuovo appuntamento di raccolta fondi, dedicato al Fondo Daniele Amanti per sconfiggere la distrofia muscolare di Duchenne.
Si svolgerà sabato 18 settembre a partire dalle 14.30, nello Stadio Comunale "Ascanio Nesi" di Tavarnuzze, una frazione di Impruneta provincia di Firenze, l'evento calcistico "La Solidarietà corre sul campo", organizzato dalla ASD Impruneta in collaborazione con Eventidea organizzazione eventi, per sostenere Parent Project Onlus, l'associazione di genitori che da anni si batte contro la distrofia muscolare di Duchenne.
Saranno otto squadre di bambini (Anno 2000 - 2001) e tre di adulti (composte da giornalisti, albergatori e artisti fiorentini), quelle che scenderanno in campo in occasione dell'evento benefico organizzato per sostenere la ricerca scientifica e dare una speranza a tante famiglie. L'appuntamento è rivolto a chi ama il calcio, ma anche a chi ha voglia di trascorrere una bella giornata all'aperto e in allegria, senza dimenticare l'importanza della solidarietà verso il prossimo.
La raccolta fondi, realizzata con l'incasso dei biglietti, è dedicata al Fondo Daniele Amanti, istituito presso Parent Project Onlus, con lo scopo di finanziare specificamente un programma di ricerca che individui un approccio terapeutico per le mutazioni meno comuni tra quelle che provocano la Distrofia Muscolare di Duchenne. L'avanzamento dello studio di queste mutazioni, infatti, rischia di subire un ritardo dovuto agli attuali approcci sperimentali che si basano su un criterio statistico e, dunque, prendono in considerazione prima le mutazioni più comuni.
L'evento "La Solidarietà corre sul campo", che gode del Patrocinio del Comune di Impruneta e dell'Ente Festa dell'Uva, ha ricevuto la collaborazione dell'Assessore Marco Pistolesi e del Presidente dell'Ente suddetto Luca Gasparri ed è inserito nel programma della Festa dell'Uva che si svolgerà il 25 settembre.
Il programma prevede alle ore 15 l'inizio del quadrangolare squadre bambini con la premiazione alle 17,30; alle 18,30 il triangolare squadre adulti, Durante tutta la durata dell'evento ci sarà una grande festa con giochi, animazione e merenda offerta dalla ASD Impruneta Tavarnuzze.
La distrofia muscolare di Duchenne/Becker, la forma più grave delle distrofie muscolari, è una malattia genetica rara e si manifesta in età pediatrica, portando chi ne è colpito alla progressiva e inesorabile perdita della forza muscolare. Questo tipo di distrofia muscolare colpisce quasi esclusivamente soggetti maschi - 1 su 3500 - e si stima che in Italia siano circa 5.000 le persone affette da tale patologia. Attualmente non esiste una cura specifica, ma il trattamento di una équipe multidisciplinare e la stretta collaborazione con le famiglie, consentono di raddoppiare le aspettative di vita. Parent Project Onlus, è nata nel 1996 per diffondere le conoscenze acquisite, sensibilizzare l'opinione pubblica e finanziare la ricerca scientifica, a livello mondiale. A tale scopo organizza eventi formativi in ambito clinico e ha attivato dal 2002 il Centro Ascolto Duchenne, un servizio di supporto gratuito alle famiglie e agli specialisti.
Per contribuire al Fondo Daniele Amanti, C/C Postale n. 94255007 (Intestato a Parent Project Onlus - causale: Fondo Daniele Amanti); C/C Bancario Banca di Credito Cooperativo di Roma, IBAN: IT 38V0832703219000000005775 (Intestato a Parent Project Onlus - Causale: Fondo Daniele Amanti)
Maggiori informazioni sul sito di Parent Project Onlus www.parentproject.it o al numero 06 66182811
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COMUNICATO 08.09.10
Distrofia di Duchenne: un cromosoma artificiale per aprire la strada al trapianto di staminali autologhe
Al via uno studio che interessa anche le mutazioni meno comuni della patologia, condotto dal team di Giulio Cossu, finanziato da Parent Project Onlus attraverso il Fondo Daniele Amanti.
Sarà un cromosoma à la carte il prossimo passo per avvicinarsi alla terapia della distrofia muscolare di Duchenne. I ricercatori del team di Giulio Cossu, della Divisione di Medicina Rigenerativa del San Raffaele di Milano, hanno avviato uno studio di ricerca per correggere geneticamente le cellule muscolari distrofiche di topo mediante un cromosoma artificiale umano e procedere al trapianto autologo, cioè senza donatore. Finanziato da Parent Project Onlus, attraverso il Fondo Daniele Amanti, la prima fase del progetto durerà tre anni.
La distrofia muscolare di Duchenne, rara patologia che porta alla degenerazione muscolare in un bambino maschio su 3.500, è dovuta a una mutazione nel
gene della
Distrofina, proteina con ruolo strutturale e regolatorio nella cellula muscolare. I vari approcci terapeutici per correggere geneticamente le cellule difettose di chi ne è affetto, incontrano degli ostacoli a causa della complessità di questo gene, come ad esempio la sua grande dimensione. Con il cromosoma artificiale il gruppo milanese, in collaborazione con i ricercatori giapponesi della Tottori University, intende creare uno strumento ad hoc per affrontare queste difficoltà: da una sorta di 'menù genetico' i ricercatori potranno scegliere sequenze codificanti per la distrofina, sequenze regolatorie, fattori di differenziamento e proliferazione per ingegnerizzare il cromosoma in laboratorio e inserirlo poi in
mesoangioblasti, le cellule staminali muscolari che servono al trapianto. Con questo approccio, si dà la possibilità di correggere geneticamente i mesoangioblasti difettosi estratti dallo stesso paziente affetto da distrofia e procedere al trapianto autologo, evitando le complicanze del trapianto cellulare da donatore eterologo ed eliminando così il problema della compatibilità e le problematiche legate alla necessaria immunosoppressione. Il progetto di ricerca si affianca agli studi internazionali più promettenti per individuare una terapia.
“La terapia con cromosoma artificiale potrebbe essere applicata a qualsiasi paziente ma è lunga, complessa e molto costosa”, spiega Giulio Cossu. “Noi tutti ci auguriamo che nel frattempo altre terapie geniche più immediate funzionino e, in questo caso, i pazienti che sono eleggibili dovrebbero iniziare il trattamento. Tuttavia questo approccio terapeutico dà sicuramente speranza a quel 20-25% di pazienti che hanno delle mutazioni meno comuni che rischiano di restare escluse dalle tecniche genetiche oggi in fase di studio.” Il progetto è alla sua prima fase di sperimentazione sui topi. “Alla fine di questi tre anni vorremmo poter dimostrare che cellule umane corrette in questo modo sono in grado di formare distrofina in topi distrofici immunodeficienti. Non è pensabile in tre anni andare più lontano di così. Se tutto va bene, ci vorrà almeno il doppio degli anni prima di provare queste cellule sull'uomo”.
Il lavoro di Giulio Cossu riceverà, in tre anni, un finanziamento di 280 mila euro da Parent Project Onlus attraverso il Fondo Daniele Amanti nato nel 2009 per individuare e sostenere progetti di ricerca per le mutazioni meno frequenti tra quelle che causano la patologia. Un traguardo importante per l'associazione e, soprattutto, per Fabio Amanti, ideatore del Fondo e padre di Daniele, un bambino di tre anni e mezzo a cui è stata diagnosticata una mutazione molto rara nel gene della distrofina a soli sei mesi d'età.
“Quando è stato istituito il Fondo Daniele Amanti, c'era la speranza che si riuscisse a fare qualche cosa per far partire uno studio per queste forme più rare della malattia. Ma c'era anche la paura di non farcela.” Commenta Fabio Amanti, che, partito da un semplice appello su Facebook per aiutare suo figlio - subito raccolto e rilanciato da Cinzia Lacalamita con il suo libro “Daniele. Storia di un bambino che spera” - ha raggiunto, in un anno e mezzo, oltre 20.000 sostenitori e raccolto più di 450.000 euro da destinare alla ricerca. “Oggi, grazie all’aiuto di tutte quelle persone che sono state e continuano ad essere vicine a mio figlio Daniele, questa speranza si è concretizzata con l’avvio del primo progetto. Naturalmente questo è il primo passo per dare una possibilità in più non solo a Daniele ma anche a tutti i bambini che, come lui, presentano mutazioni molto rare.”
La Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker (DMD e DMB) è una malattia genetica causata da un’alterazione del gene della distrofina localizzato sul cromosoma X. Nell’età adulta, la degenerazione muscolare determina una grave compromissione del muscolo cardiaco, del diaframma e dei muscoli intercostali fino a rendere necessaria l'assistenza respiratoria. Attualmente, non esiste una cura specifica ma un trattamento multidisciplinare che ha consentito di raddoppiare le aspettative di vita. Si stima che in Italia siano circa 5.000 le persone affette dalla patologia.
Parent Project Onlus, l’associazione di genitori fondata nel 1996, è impegnata nel finanziamento diretto della ricerca scientifica e riveste un ruolo fondamentale nello studio di interventi mirati a sostenere le persone affette dalla distrofia di Duchenne e Becker e le loro famiglie.
Per ricevere maggiori informazioni sulle attività del Fondo Daniele Amanti e sugli altri progetti di Parent Project Onlus si può telefonare al numero 06 66182811 o visitare il sito www.parentproject.it
Per sostenere il Fondo Daniele Amanti: c/c postale 94255007 o bancario BCC Ag. 19 IBAN IT 38 V 08327 03219 000000005775 - intestati a Parent Project Onlus - causale: Fondo Daniele Amanti.
Comunicazione Scientifica Parent Project Onlus
Cinzia Pozzi - Tel. 06 66.18.28.11 email c.pozzi@parentproject.it
Ufficio stampa Parent Project Onlus
Stefania Collet - Tel. 06 66.18.28.11 - Cell. 349 5737747 email ufficiostampa@parentproject.it
Francesca Bottello - Tel. 06 66.18.28.11 email f.bottello@parentproject.it
Ufficio stampa Istituto Scientifico Universitario San Raffaele
Tel. 02.2643.4465 – Fax. 02.2641.7386
e-mail: ufficio.stampa@hsr.it – www.sanraffaele.org
FONDO DANIELE AMANTI: AL VIA IL PRIMO STUDIO
Un progetto ambizioso: un cromosoma artificiale per aprire la strada al trapianto autologo di staminali. La prima fase dello studio, condotto da Giulio Cossu, durerà tre anni.
Giunge dunque ad un primo traguardo la lunga marcia solidale che per tanti mesi ha sostenuto il Fondo Daniele Amanti che, su iniziativa di Fabio Amanti, è stato istituito presso Parent Project Onlus per finanziare uno o più progetti di ricerca che potessero approcciare anche le mutazioni meno comuni tra quelle che causano la distrofia muscolare di Duchenne.
L’obiettivo della ricerca, è quello di correggere geneticamente cellule staminali (i
mesoangioblasti) distrofiche mediante un cromosoma artificiale umano contenente il
gene sano della
Distrofina e procedere al trapianto autologo. Gli esperimenti saranno inizialmente condotti su topi
mdx.
Il progetto, condotto da Giulio Cossu e dal suo team di ricercatori della Divisione di Medicina Rigenerativa del San Raffaele di Milano in collaborazione con il gruppo giapponese di Mitsuo Oshimura della Tottori University, ha la durata di tre anni ed è finanziato da Parent Project Onlus, attraverso il Fondo Daniele Amanti, con 280.000 euro.
Questo primo importante passo compiuto dal Fondo Daniele Amanti non sarebbe stato possibile senza l’attenzione e l’affetto dei tanto che si sono spesi per questa causa: senza le migliaia di amici di Facebook, senza Cinzia Lacalamita e il suo libro - Daniele. Storia di un bambino che spera(ed. Aliberti) - senza l’impegno dei testimonial Gianmarco Tognazzi e Luca Ward, senza il sostegno e il prestigio di amici come Silvia Tortora e Franco Bomprezzi e di tantissimi altri.
Per saperne di più:
INTERVISTA A GIULIO COSSU
COMUNICATO 08.09.10
Approfondimenti:
La ricerca di Giulio Cossu per la DMD
Trapianto autologo ed eterologo di staminali
INTERVISTA A GIULIO COSSU
Un cromosoma à la carte. Così lo definisce soddisfatto lo stesso Giulio Cossu, della Divisione di Medicina Rigenerativa dell'Istituto scientifico San Raffaele di Milano, che con il suo team ha dato il via a un nuovo studio di ricerca per correggere geneticamente le cellule muscolari distrofiche di topo mediante un cromosoma artificiale umano e procedere al trapianto autologo, cioè senza donatore. Da questo 'menù genetico' i ricercatori potranno scegliere sequenze codificanti per la
Distrofina, sequenze regolatorie, fattori di differenziamento e proliferazione per ingegnerizzare il cromosoma in laboratorio e inserirlo poi in
mesoangioblasti, le cellule staminali muscolari che servono al trapianto. Uno strumento terapeutico molto versatile che permetterà di aggirare alcuni ostacoli finora incontrati per la complessità del
genedella distrofina e di trattare anche le mutazioni meno comuni che, nella Duchenne, sono il 25% dei casi. Il progetto di ricerca verrà condotto dal team milanese in collaborazione con il gruppo giapponese di Mitsuo Oshimura della Tottori University e avrà la durata di tre anni. Il tutto reso possibile da Parent Project Onlus che con il Fondo Daniele Amanti ha potuto finanziare questo ambizioso progetto da 280 mila euro.
Ne parliamo con il Prof. Cossu, responsabile dello studio.
Come si è arrivati all'idea di un cromosoma artificiale?
Il prossimo anno sperimenteremo il primo trapianto eterologo di mesoangioblasti in tre pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne. Come per tutti i trapianti da donatore esso richiede immunosoppressione per evitare il rigetto. Per evitare questo passaggio la soluzione è quella di pensare al trapianto autologo, cioè isolare le cellule stesse dal paziente. Naturalmente se si isolano le cellule da un paziente esse avranno tutte lo stesso difetto nel gene della distrofina quindi, prima di usarle per un trapianto, bisogna trovare un modo di ‘correggerle’. E' un problema molto difficile da risolvere perché il gene della distrofina è molto grande per essere inserito nella maggior parte dei vettori virali che sono gli strumenti più usati per la terapia genica. E' per questo motivo che abbiamo pensato a una strada ulteriore con il cromosoma artificiale.
E' già stata dimostrata l’efficacia dei cromosomi artificiali?
No. E’ stato dimostrato che è possibile costruire i cromosomi artificiali ma nessuno li ha mai usati in un protocollo. Noi siamo stati i primi al mondo a dimostrare che trasferendo il cromosoma artificiale umano in mesoangioblasti distrofici di topo è possibile poi trapiantare queste cellule nell'animale e ottenere un beneficio funzionale. Quindi abbiamo dimostrato che il cromosoma artificiale funziona e il lavoro è in via di pubblicazione.
A differenza di altre tecniche, come l’
Exon skipping, questo sarebbe un approccio universale?
E' vero che la terapia con cromosoma artificiale può essere applicata a qualsiasi paziente ma bisogna prendere in considerazione una serie di parametri come la complessità, il costo, il tempo e compararla con un’altra terapia con efficacia dimostrata. In altre parole, questo protocollo terapeutico va bene per tutti, se però alcuni pazienti avessero un’opzione terapeutica più immediata e più semplice è chiaro che devono fare quella. Noi tutti ci auguriamo che l’exon skipping funzioni e, in questo caso, i pazienti che sono eleggibili dovrebbero iniziare la terapia genica. Questo approccio terapeutico dà sicuramente speranza a quel 20-25% di pazienti che hanno delle mutazioni meno comuni che non possono essere curate con l’exon skipping.
Questo progetto avrà durata di 3 anni. Alla fine di questo periodo che cosa dovremmo aver raggiunto?
Alla fine di questi tre anni vorremmo poter dimostrare che cellule umane corrette in questo modo sono in grado di formare distrofina in topi distrofici immunodeficienti. Non è pensabile in tre anni andare più lontano di questo.
Quanto è lontana poi una fase successiva sull’uomo?
Come sempre sono dei numeri che si danno un po’ a casaccio. Però posso dire che, se tutto va bene, ci vorrà almeno il doppio degli anni prima di provare queste cellule sui pazienti.
L'idea di correggere le cellule con il cromosoma artificiale può essere utile anche per altre patologie?
L’impresa vale la spesa, come si suol dire. Tutte le volte che il gene da curare, da sostituire, è un gene piccolo si fa prima con il vettore virale. In teoria questo può essere applicato a tutte le malattie genetiche monogeniche recessive causate dalla mutazione di un solo gene molto grande in tessuti le cui cellule differenziate non si dividono più Perché noi per evitare che una cellula elimini il cromosoma quando si divide, dobbiamo mettere una sostanza che uccide le cellule che eventualmente hanno perso il cromosoma. Questo lo possiamo fare in vitro (ovvero nelle cellule tenute in coltura in laboratorio) ma non lo possiamo fare in vivo (nelle cellule trapiantate in
modelli animali o nell’uomo).. Quindi dobbiamo avere delle cellule che una volta messe in vivo rapidamente differenzino e non si dividano più, quindi potrebbe andare bene per il cuore, per il muscolo scheletrico, per il sistema nervoso ma certamente non per il sangue o per la pelle dove le cellule sono fatte di continuo fresche e sarebbe impensabile pensare che queste cellule si tengano il cromosoma per tutto quel tempo.
Cosa significa essere finanziati da un’associazione di pazienti?
C'è una sensazione di grande compartecipazione, un’assunzione di responsabilità e una diversa motivazione. Vedendo con i propri occhi qual'è la situazione e come stanno i pazienti, verrebbe voglia di tornare in laboratorio anche la notte a fare esperimenti. Oltre al fatto che ormai mi lega un rapporto quindicennale con Parent Project che è ormai diventato una parte del mio lavoro. E indipendentemente dai finanziamenti, che servono, c’è proprio l’idea di fondo di far parte della stessa squadra, di essere lì per quello, di cercare di farlo il meglio possibile.
Quanto si è davvero vicini alla cosiddetta cura per la DMD?
Bisogna sempre pensare alla strada e che si fa un passo dopo l’altro. I primi trial clinici servono fondamentalmente a dimostrare che non si fanno danni, dopodiché si comincia a ricercare l’efficacia che non è mai completa da subito. Si tratta di fare degli aggiustamenti successivi, per arrivare a un beneficio sempre maggiore, finché si arriverà ad arrestare la malattia. A quel punto si potrà parlare di terapia. Ma quanti anni ci vorranno non glielo so dire.
Cinzia Pozzi - area scientifica Parent Project onlus
Per saperne di più:
COMUNICATO 08.09.10
FONDO DANIELE AMANTI: AL VIA IL PRIMO STUDIO
Approfondimenti:
La ricerca di Giulio Cossu per la DMD
Trapianto autologo ed eterologo di staminali
