“Coppia aperta quasi spalancata”: a teatro per fermare la Duchenne
Una delle due date al Teatro Ghione contribuirà a sostenere Parent Project onlus
Martedì 28 marzo 2017
Teatro Ghione – via delle Fornaci, 37 – Roma
Ore 21.00
Il 27 e 28 marzo 2017, presso il Teatro Ghione di Roma verrà rappesentato “Coppia aperta, quasi spalancata” di Dario Fo e Franca Rame, con la regia di Sandro Torella e la partecipazione di Anna Mazzantini, Emanuele Panzetti e Gianni Iorio.
Il ricavato della replica di martedì 28 marzo sarà parzialmente devoluto al Fondo Daniele Amanti, istituito presso l’associazione Parent Project onlus.
LO SPETTACOLO
Dario Fo e Franca Rame scrivono “Coppia aperta, quasi spalancata” nel 1982, in un periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e soprattutto al contributo di quello femminista, comincia a svincolarsi dalle convenzioni e dai retaggi sociali. Un momento nel quale, grazie alla contestazione, muta la coscienza civile del nostro Paese attraverso tre leggi fondamentali: il divorzio nel 1974, il nuovo diritto di famiglia nel 1975 e la liberalizzazione dell’aborto nel 1978.
Fo e Rame mettono sotto la loro satirica lente d’ingrandimento l’affascinante e pericoloso concetto di “coppia aperta”, che, nella rappresentazione teatrale, altro non è che un escamotage del marito per giustificare la sua infedeltà cronica alla moglie e a se stesso.
La storia di un matrimonio “democratico” e “progressista” vissuto sulla scia di un Sessantotto dove le spinte alla liberazione sessuale e al rifiuto dei tabù e delle convenzioni “borghesi” si scontrano con gli equivoci di una morale ipocrita, di cui la donna è vittima.
Dialoghi brillanti ed esilaranti, ritmo veloce in una continua interazione tra attori e spettatori. A dirigere gli attori Anna Mazzantini, Emanuele Panzetti e Gianni Iorio, è il regista Sandro Torella, interessato a sottolineare la forza comunicativa e l’attualità di questo testo che, anche se procede con il passo grottesco della commedia, parla delle dinamiche sentimentali che legano una coppia, oggi come ieri.
Il Fondo Daniele Amanti nasce, all'interno di Parent Project onlus, con lo scopo di finanziare specificamente un programma di ricerca che individui un approccio terapeutico per tutte le mutazioni meno comuni.
Per informazioni e prenotazioni:
Fabio Amanti – tel. 335/8786237
f.amanti@parentproject.it
“Change how you see, see how you change” di Rick Guidotti al PAN
La mostra dal 16 al 26 marzo sulla celebrazione della bellezza della diversità umana
Pan | Palazzo delle Arti Napoli
via dei Mille n. 60 - Sala Foyer
Dal 16 al 26 marzo 2017
Ingresso gratuito
Roma, marzo 2017
Dal 16 al 26 marzo 2017, il museo PAN – Palazzo delle Arti di Napoli ospiterà la mostra del pluripremiato fotografo americano Rick Guidotti “Change how you see, see how you change”, curata da Parent Project onlus.
L’iniziativa verrà realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura ed al Turismo del Comune di Napoli ed ha il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e della Regione Campania.
La mostra verrà inaugurata il 16 marzo alle ore 17.30, con un reading degli attori Gigliola de Feo e Andrea Fiorillo de La Falegnameria dell’attore.
Sabato 25 marzo, a partire dalle 17.30, si svolgerà un aperitivo in collaborazione con le associazioni Chiaja Time e Round Table.
Dopo una lunga carriera ricca di importanti collaborazioni e numerosi riconoscimenti internazionali, quindici anni fa Rick Guidotti lascia il mondo della moda e sceglie di utilizzare le arti visive per sfidare lo stigma sociale, spinto dal desiderio di stimolare un forte cambiamento nell’atteggiamento della società verso le persone che convivono con patologie genetiche. Rick fonda e dirige a tale proposito Positive Exposure, un’innovativa organizzazione non profit che si occupa di arte, educazione e advocacy. L’ottica di Positive Exposure è quella di offrire l’opportunità alla società di vedere i protagonisti degli scatti con uno sguardo nuovo: non come “casi medici”, ma come esseri umani, che affrontano le proprie sfide nella vita.
“Change how you see, see how you change” è il motto di Positive Exposure, come racconta Rick Guidotti in un’intervista pubblicata sul sito www.mariashriver.com: “[…] Non è solo una comunità a cambiare quando impara a vedere la bellezza nella diversità; cambia anche il modo in cui ciascuno vede se stesso”. Si tratta di una dinamica riflessiva, in base alla quale, mentre l’osservatore si immerge nella rappresentazione, è lui stesso a cambiare il proprio sguardo su di sé e sul mondo che lo circonda.
Da questa filosofia nasce la mostra dallo stesso nome, rivolta a sfidare le convenzioni sociali, ridefinendo l’idea di bellezza e rivoluzionando lo sguardo del pubblico sull’idea di diversità attraverso i volti di bambini e ragazzi di vari paesi del mondo, che convivono con disturbi e patologie genetiche. Cuore della mostra saranno gli scatti di bambini e ragazzi affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne.
Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra.
Orari di apertura della mostra
Il lunedì e dal mercoledì al sabato, dalle ore 9.30 alle ore 19.30 ; la domenica dalle ore 9.30 alle 14.30; chiuso il martedì.
Per prenotazioni:
Parent Project onlus
Tel. 06/66182811 - Irene Del Vecchio - i.delvecchio@parentproject.it
www.parentproject.it
Per informazioni stampa:
Elena Poletti – tel. 331/6173371 – e.poletti@parentproject.it
GIORNATA per le MALATTIE NEUROMUSCOLARI
Sabato 4 marzo si terrà, contemporaneamente in 14 città italiane (Ancona, Bari, Brescia, Bologna, Genova, Messina, Milano, Napoli, Parma, Pisa, Roma, Torino, Udine, Verona), la prima Giornata per le Malattie Neuromuscolari (GMN 2017).
L'iniziativa beneficia del patrocinio del CAMN -Coordinamento Associazioni Malattie Neuromuscolari - di cui fa parte anche Parent Project onlus. Il CAMN è una realtà nata tra il 2015 e il 2016 proprio dall’idea che “Uniti si è più forti e si può incidere di più”, nel sostegno alla ricerca e nella lotta quotidiana per migliorare la qualità della vita delle persone con patologie neuromuscolari e delle loro famiglie.
Scarica il comunicato stampa.
Un nuovo progetto di Ricerca supportato da Parent Project
Durerà due anni e sarà guidato dal Prof. Guglielmo Sorci dell’Università di Perugia, il nuovo progetto di ricerca finanziato da Parent Project Onlus. Lo studio, avviato a marzo, indagherà l’applicabilità di una potenziale strategia terapeutica basata sull’impiego di cellule di Sertoli per contrastare l’infiammazione e la degenerazione muscolare nella Distrofia Muscolare di Duchenne.
L’utilizzo di cellule di Sertoli microincapsulate nella distrofia muscolare di Duchenne. Verso l’applicazione sui pazienti.
Mettere a punto una “micro-bioindustria” basata sulle cellule di Sertoli per combattere il processo infiammatorio e degenerativo del tessuto muscolare nella DMD. Questa è l’idea di partenza dello studio guidato da Guglielmo Sorci dell’Università di Perugia. Il progetto, della durata di due anni e finanziato da Parent Project onlus, ha come obiettivo di studiare alcuni parametri chiave della strategia per poter valutare un passaggio dagli studi preclinici alla sperimentazione clinica su pazienti.
Le cellule di Sertoli sono cellule presenti nel testicolo e hanno notoriamente una proprietà anti-infiammatoria e immuno-modulatoria. Queste costituiscono una barriera che separa il compartimento delle cellule germinali (le cellule riproduttive) da quello sanguigno, e la loro funzione fisiologica è di proteggere le cellule germinali in via di sviluppo dall’attacco del sistema immunitario che le riconosce come cellule estranee all’organismo. Le cellule di Sertoli sono già state utilizzate in diversi modelli sperimentali di patologie, ad esempio per proteggere i trapianti allogenici dalla risposta del sistema immunitario che ne può causare il rigetto o, nel caso dell’Alzheimer e del Parkinson, per la loro capacità di produrre diversi fattori che creano un ambiente regolatorio adeguato a livello del sistema nervoso centrale.
Nel caso della distrofia muscolare di Duchenne, l’idea è di sfruttare le proprietà delle cellule di Sertoli per combattere il processo infiammatorio del tessuto muscolare. Gli studi eseguiti dal gruppo di ricerca di Sorci si basano su di un complesso protocollo: le cellule di Sertoli vengono isolate dai testicoli di maialini, allevati in condizioni particolari per non presentare fattori patogeni pericolosi per l’uomo, purificate e successivamente inglobate in microcapsule di alginato per uso clinico. Quest’ultima parte è effettuata grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca di Riccardo Calafiore e Giovanni Luca, sempre dell’Università di Perugia. Le microcapsule vengono quindi inoculate nella parete addominale (in particolare nella cavità peritoneale) di topi modello per la distrofia muscolare. Le analisi effettuate dopo tre settimane hanno mostrato che una singola inoculazione di cellule di Sertoli è in grado di indurre una forte riduzione della componente infiammatoria dei muscoli con una evidente diminuzione dell’area fibrotica e necrotica del tessuto. È stata inoltre osservata anche l’induzione di utrofina - una proteina simile alla distrofina, normalmente prodotta solo durante lo sviluppo fetale, la cui produzione viene attualmente utilizzata come strategia sperimentale per la Duchenne – nelle fibre muscolari, un risultato inatteso e sorprendente. Studi approfonditi hanno successivamente dimostrato che le cellule di Sertoli rilasciano una proteina chiamata eregulinab1 che è un potente induttore dell’espressione dell’utrofina. Dal punto di vista funzionale è stato osservato che i topi inoculati hanno un importante recupero della performance muscolare, paragonabile a quella dei topi sani. Gli effetti benefici di una singola inoculazione di cellule di Sertoli sono evidenti anche a lungo termine, dopo cinque mesi dall’inoculazione, e si riscontrano anche a livello del diaframma.
Le microcapsule rimangono fluttuanti nella cavità peritoneale e si comportano come una “micro-bioindustria”: liberano importanti fattori, tra cui quelli anti-infiammatori, che dalla cavità peritoneale passano nel circolo sanguigno e raggiungono ogni singolo muscolo. Si tratta quindi di un modello che potrebbe rappresentare un’innovativa strategia per combattere il processo infiammatorio muscolare tipico della Duchenne. Il trattamento non richiede alcuna immunosoppressione farmacologica ed è indipendente dal tipo di mutazione alla base della patologia. Per quel che riguarda le sperimentazioni cliniche, le cellule di Sertoli (non incapsulate) sono già state trapiantate all’interno di un dispositivo nella parete addominale di soggetti con diabete di tipo 1, senza complicazioni evidenti in un follow-up a 7 anni. La procedura di microincapsulamento delle cellule di Sertoli in alginato è ad oggi brevettata.
A questo punto, il progetto finanziato da Parent Project onlus – con avvio dal 1° marzo 2017, della durata di due anni e con un costo di 108.500 € - ha come obiettivo l’analisi di tutta una serie di parametri chiave per poter valutare e progettare il passaggio dagli studi preclinici alla sperimentazione clinica.
Di seguito i principali punti dello studio:
- Finora per tutti gli studi condotti nei vari sistemi modello è stata utilizzata la stessa dose di cellule di Sertoli. Una serie di dati indicano però che anche una dose inferiore ha la stessa efficacia, da qui l’esigenza di determinare quale sia la dose minima efficace.
- Valutare, nel tempo, lo stato biologico delle cellule di Sertoli contenute nelle capsule. Ovvero, capire se le cellule vanno incontro a divisione cellulare, a morte cellulare o ad altri eventi, e valutare con quali tempistiche. Questi processi potrebbero in qualche modo influenzare l’azione delle cellule stesse. Tecnicamente le capsule si possono facilmente recuperare dalla cavità intraperitoneale e analizzare. Ad oggi è noto che le cellule di Sertoli microencapsulate sono vitali fino a 12 mesi dal trapianto.
- Analizzare se le cellule di Sertoli sono in grado di agire anche direttamente sui mioblasti (i precursori muscolari). È possibile che, oltre all’azione anti-infiammatoria e di induzione dell’utrofina, le cellule di Sertoli abbiano un effetto anche sulla proliferazione e sul differenziamento dei mioblasti e quindi sull’intera struttura del tessuto muscolare. Alcuni dati preliminari hanno già dato delle indicazioni in tal senso.
- Studiare più nel dettaglio gli effetti delle cellule di Sertoli sulla componente infiammatoria della Duchenne e sulla regolazione dell’utrofina.
- Dimostrare che l’effetto delle cellule sia effettivamente di tipo immuno-modulatorio e non immunosoppressivo. Punto fondamentale per non mettere a rischio il sistema immunitario del paziente durante l’eventuale trattamento.
- Dimostrare, in via definitiva, il meccanismo di azione delle cellule di Sertoli e testare la sicurezza dell’approccio terapeutico in modelli animali.
Dinobikers X Guglielmo E Gruppo Teatrale Di San Leo Bastia per fermare la Duchenne
Domenica 5 Marzo, il teatro Oplas di Umbertide, ospiterà una serata speciale dedicata al teatro e alla solidarietà promossa dal gruppo Dinobikers X Guglielmo.
Il Gruppo Teatrale di San Leo Bastia, volontari sul palco, ci hanno deliziato con la commedia dialettale scritta da Stefano Bucci, Ennio Sabini, Romano Sabbioni, orchestrata dalla regia di
Ennio Sabini: La terza Chiave.
Vi aspettiamo a partire dalle 21:00.
In bici o a piedi da San Bellino per fermare la Duchenne al Memorial “Massimo Rossi”
Un appuntamento per sostenere la ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker
Domenica 5 marzo 2017
Iscrizioni a partire dalle 8.15
presso gli Impianti Sportivi di San Bellino (RO)
Il gruppo “Maistrachi x Davide” organizza, domenica 5 marzo 2017, il Memorial “Massimo Rossi”,
una manifestazione ciclistica non competitiva ed una camminata aperte a tutti, a sostegno di Parent Project onlus, l’associazione di genitori di bambini e ragazzi con la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
L’evento si inserisce all’interno del calendario del Dys-Trophy Tour, un circuito di gare/ciclo-turistiche in mountain bike che ha come scopo il sostegno a Parent Project Onlus per supportare progetti di ricerca scientifica sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker e servizi associativi dedicati alle famiglie.
Domenica 5 marzo i partecipanti potranno scegliere tra un percorso di circa 60 km tra i Comuni del territorio, un percorso in mountain bike di circa 35 km su strade sterrate e una camminata di 6 o 12 km.
La partenza per il percorso stradale e per la camminata saranno libere, dopo le 8.30, mentre il percorso in mountain bike avrà inizio alle ore 9. Le premiazioni avverranno a partire dalle 11.30 e la manifestazione si chiuderà alle 12.
La quota di partecipazione prevista è di 5 euro e comprende un gadget e un pacco gara.
L’evento si svolge in collaborazione con la UISP – Comitato Territoriale di Rovigo, con il Comune di San Bellino, Parent Project onlus e Tecnocopy – Print & Co.
La distrofia muscolare di Duchenne colpisce 1 su 3.500 neonati maschi. È la forma più grave delle distrofie muscolari, si manifesta nella prima infanzia e causa una progressiva degenerazione dei muscoli, conducendo, nel corso dell’adolescenza, ad una condizione di disabilità sempre più severa. Al momento, non esiste una cura. I progetti di ricerca e il trattamento da parte di un’équipe multidisciplinare hanno permesso di migliorare le condizioni generali e raddoppiare l’aspettativa di vita dei ragazzi.
Per informazioni e prenotazioni:
Per i percorsi in bicicletta:
Massimo 348/2501503 – Ermanno 347/7793674.
Per la camminata:
Riccardo 328/8634620.
www.parentproject.it
www.dystrophytour.it
“L’esordio di Matteo”: una campagna di raccolta fondi per Parent Project
Una campagna nazionale per sostenere un progetto sugli aspetti nutrizionali dei bambini e
ragazzi affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker
Si svolgerà dal 13 febbraio al 6 marzo 2017 la nuova campagna di raccolta fondi e sensibilizzazione “L’esordio di Matteo”, promossa da Parent Project onlus, l’associazione di genitori con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
Inviando un SMS al numero 45519 da telefono cellulare, in queste date sarà possibile donare 2 euro; chiamando lo stesso numero da rete fissa, si potrà invece scegliere di donare 2 oppure 5 euro.
Il ricavato dell’iniziativa andrà a finanziare uno studio osservazionale sugli aspetti nutrizionali e metabolici nei pazienti italiani con distrofia muscolare di Duchenne coordinato dall’ICANS della Università degli Studi di Milano in collaborazione con l'Istituto Neurologico Besta e con il Servizio di Nutrizione dell'Ospedale M. Bufalini, Cesena ASL della Romagna. Il miglioramento della gestione degli aspetti nutrizionali nei bambini e negli adulti affetti da distrofia muscolare di Duchenne è un ambito di studio ancora poco esplorato, ma che offre importanti opportunità di miglioramento quanto della salute che della qualità di vita dei pazienti. Per fare questo, alcuni specifici aspetti nutrizionali e metabolici devono essere chiariti per impostare un adeguato supporto nutrizionale ed evitare, ad esempio, l’insorgenza di obesità nei pazienti più giovani e di malnutrizione negli stadi avanzati della malattia. Tali informazioni saranno cruciali per individuare gli interventi dietetici più urgenti e per verificare l'efficacia di nuovi approcci educativi e terapeutici.
Il cuore della campagna è l’omonimo spot che racconta la storia del piccolo Matteo, che ha 10 anni e ama il calcio. Il suo sogno è fare l’allenatore e lo insegue a tal punto da diventare il mister di una squadra di suoi coetanei. La Duchenne non può impedirgli di dare voce alle sue passioni, non lo può fermare e isolare perché c'è sempre un modo per realizzare un sogno. Matteo non può correre con le sue gambe, ma può farlo con la logica, la tattica e la capacità relazionale di tenere unito un gruppo.
Così, il termine esordio, che nel descrivere la patologia, “malattia ad esordio precoce” assume una connotazione negativa, nel caso della storia di Matteo e di ogni bambino e ragazzo affetto dalla Duchenne, vuole rappresentare il principio di un sogno.
“L’esordio di Matteo” è patrocinato da CONI, Federazione Italiana Giuoco Calcio, Lega Serie A, B Solidale onlus e AIAC onlus.
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