AGGIORNAMENTO TRIMESTRALE DI CATABASIS SU EDASALONEXENT E SUGLI STUDI CLINICI
Risultati aggiuntivi sul trial MoveDMD con edasalonexent: le misure MRI hanno mostrato conservazione del muscolo e crescita appropriata all’età in oltre un anno di trattamento
La MRI (Risonanza Magnetica per Immagini) è un modo per valutare i muscoli dei ragazzi con Duchenne e misurare l’infiammazione e l’infiltrazione adiposa. Nel trial MoveDMD sono state usate due tipi di MRI, la MRI T2 e la MRS per la frazione di grasso. Edasalonexent ha migliorato in modo statisticamente significativo il tasso di cambiamento della MRI T2 rispetto al periodo di controllo durante il quale non è stato effettuato il trattamento (p<0.05 per 12, 24, 36 e 48 settimane di trattamento). La diminuzione nella progressione della MRI T2 è in accordo con il rallentamento della progressione della patologia osservata nelle misurazioni funzionali. Inoltre, la MRS per la frazione di grasso ha mostrato un minor incremento nei bambini in trattamento con edasalonexent rispetto al periodo di controllo di non trattamento. Le valutazioni della funzionalità muscolare e i risultati della MRI hanno mostrato uniformemente una minore progressione della patologia nel periodo di trattamento con edasalonexent rispetto al periodo di controllo di non trattamento. Come promemoria, le valutazioni della funzionalità muscolare erano la North Star Ambulatory Assessment e i test funzionali a tempo (salire 4 gradini, 10 metri di camminata/corsa e il tempo per alzarsi).
La crescita in altezza e peso durante le 60 settimane di trattamento con edasalonexent è stata appropriata all’età e in linea con le curve di crescita standard per ragazzi dello stesso intervallo di età non affetti dalla patologia. Il BMI ha avuto una tendenza verso un decremento. Questo profilo differisce favorevolmente dal tipico profilo associato allo standard di cura con corticosteroidi nella DMD, che include acquisizione di peso e riduzione della crescita. Per vedere i risultati completi ad oggi, visitare il sito www.catabsis.com
I risultati positivi di MoveDMD supportano il trial pianificato di fase 3 con edasalonexent
Stiamo preparando un trial di fase 3 che arruolerà circa 125 bambini con DMD di età compresa tra i 4 e i 7 anni, indipendentemente dalla loro mutazione, e che non sono stati in trattamento con steroidi da almeno sei mesi. Si prevede che si tratterà di un singolo trial di fase 3, a livello mondiale, controllato con placebo in cui per ogni bambino che riceverà il placebo ce ne saranno due che assumeranno edasalonexent. Dopo 12 mesi di trial, tutti i bambini dovrebbero ricevere edasalonexent per un periodo di estensione in aperto.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project onlus
News da Summit Therapeutics
Due nuove notizie da Summit Therapeutics, la Company inglese impegnata nel trial clinico di fase 2 PhaseOUT DMD con il modulatore dell’utrofina ezutromid. La prima riguarda le nuove analisi dei dati dopo 24 settimane di trattamento nell’ambito del trial: i risultati suggeriscono una possibile relazione tra la riduzione dell’infiammazione osservata e una diminuzione del danno muscolare. Speriamo che questi risultati possano essere confermati dall’elaborazione conclusiva dei dati finali dello studio che, come annunciato nella seconda notizia, ha ora ultimato le 48 settimane di trattamento previste. Summit conta di diffondere i primi risultati conclusivi di PhaseOUT DMD entro il terzo trimestre di quest’anno.
SUMMIT COMPLETA LA SOMMINISTRAZIONE DI EZUTROMID NELLO STUDIO CLINICO PHASEOUT DMD
Risultati iniziali previsti per il terzo quadrimestre del 2018
Oxford, Regno Unito, e Cambridge, MA, USA, 19 aprile 2018 – Summit Therapeutics plc (NASDAQ: SMMT, AIM: SUMM) annuncia il completamento della somministrazione di ezutromid nei pazienti con distrofia muscolare di duchenne (DMD) nello studio clinico completo di 48 settimane PhaseOUT DMD. I dati iniziali provenienti dallo studio completo sono ancora previsti per il terzo trimestre del 2018.
“Crediamo che i primi miglioramenti visti nella salute muscolare con i risultati intermedi dello studio PhaseOUT DMD indichino che ezutromid stia riducendo la gravità della patologia. Nei risultati completi dello studio miriamo a vedere una persistenza nella modulazione dell’utrofina e cambiamenti duraturi nei parametri della risonanza magnetica”, ha detto il Dott David Roblin, Chief Medical Officer e Presidente R&D di Summit. “Questi risultati, se positivi, potrebbero costituire le basi di una sottomissione regolatoria per ezutromid, portando questo trattamento universale più rapidamente ai pazienti.”
PhaseOUT DMD è uno studio clinico di fase 2 multicentrico, in aperto, con il modulatore dell’utrofina della Company, ezutromid, nei pazienti DMD. I dati intermedi a 24 settimane provenienti da PhaseOUT DMD, precedentemente annunciati, avevano mostrato evidenze di attività attraverso tre diverse misure. In modo specifico, ezutromid:
- ha sostenuto la produzione di utrofina, una proteina presente in natura che può potenzialmente sostituire la distrofina, come misurato attraverso la biopsia muscolare;
- ha ridotto significativamente il danno muscolare, come misurato attraverso biopsia muscolare;
- ha ridotto significativamente l’infiammazione muscolare, come misurato attraverso la risonanza magnetica.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project onlus
SUMMIT PRESENTA NUOVE ANALISI A 24 SETTIMANE PROVENIENTI DALLO STUDIO PhaseOUT DMD AL MEETING ANNUALE 2018 DELL’AMERICAN ACADEMY OF NEUROLOGY
I dati mostrano una correlazione tra la diminuzione del danno muscolare e la riduzione dell’infiammazione nei pazienti trattati con ezutromid
Oxford, Regno Unito, e Cambridge, MA, USA, 20 aprile 2018 - Summit Therapeutics plc (NASDAQ:SMMT, AIM:SUMM) annuncia, al 70° meeting annuale dell’American Academy of Neurology (AAN), la presentazione di nuove analisi intermedie relative a 24 settimane dello studio PhaseOUT DMD, uno studio clinico di fase 2 multicentrico in aperto con il modulatore dell’utrofina ezutromid nella distrofia muscolare di Duchenne (DMD). Queste nuove analisi hanno mostrato un’elevata correlazione tra la riduzione della miosina embrionale, un biomarcatore del danno muscolare che è stato misurato mediante biopsia muscolare, e la riduzione dell’infiammazione muscolare, che è stata misurata attraverso la risonanza magnetica, nei pazienti dopo 24 settimane di trattamento con ezutromid. Questi risultati sostengono le evidenze esistenti che modulando la produzione dell’utrofina, ezutromid stia riducendo la gravità della DMD.
“ La correlazione osservata tra la diminuzione nella miosina embrionale, un biomarcatore del danno muscolare, e la diminuzione dell’infiammazione nelle fibre muscolari è molto incoraggiante e crediamo che supporti ulteriormente che ezutromid stia interrompendo il ciclo patologico di danno muscolare e riparo della DMD”, ha commentato il Dr David Roblin, Chief Medical Officer e Presidente R&D di Summit. "Siamo impazienti di riportare i risultati completi di questo studio, previsti per il terzo trimestre del 2018.”
La presentazione è stata selezionata come presentazione sia orale che poster per le Scienze Emergenti al AAN, ed è stata presentata dal Prof. Francesco Muntoni a nome del gruppo di studio PhaseOut DMD, Gary Layton, Indranil Bhattacharya, Crystal Faelan, Anne C Heatherington, David Roblin, Jon Tinsley, e Professor Kay E Davies. Una copia della presentazione più recente è disponibile sul sito Web di Summit: www.summitplc.com.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project onlus
La Comunicazione della Diagnosi
COMUNICARE ai genitori che il loro figlio è affetto da una patologia genetica degenerativa è una delle esperienze più delicate e difficili. Si tratta di ribaltare improvvisamente una serie di aspettative e di speranze poiché fino a quel momento i genitori hanno quasi convissuto con un figlio immaginario. La scoperta di un bambino con una patologia genetica fa crollare le proprie attese e genera un'esperienza di crisi emotiva.
Le reazioni emotive dei genitori, anche se variabili da caso a caso, seguono un decorso abbastanza tipico. Inizialmente ha il sopravvento uno stato di shock, poi segue incredulità che si alterna ad angoscia, profonda tristezza, senso di impotenza e rabbia. Si tratta di reazioni di normale adattamento ed è opportuno che si verifichino e che si manifestino apertamente.
Pian piano si instaura il periodo di adattamento. L'ansia e l'impotenza fanno posto a un maggiore equilibrio interno, si fa strada il senso di accettazione e di adattamento alla nuova realtà, fino alla riorganizzazione.
La fase di accettazione si rende evidente quando i genitori cominciano a parlare e a descrivere il proprio bambino non in base alle sue caratteristiche patologiche, bensì ai suoi comportamenti normali. Le paure più rilevanti sono passate, vengono apprezzati gli aspetti positivi, le fantasie lasciano il posto ai tentativi di soluzione dei problemi reali ed inizia una costruttiva partecipazione alle decisioni di trattamento.
Il processo di adattamento alla patologia viene influenzato dalla modalità in cui viene comunicata la diagnosi e per questo motivo l’attenzione medica si è concentrata molto su questo momento.
E’ bene sottolineare come non esiste un protocollo o una serie di regole fisse su come comunicare ai genitori la diagnosi di una patologia genetica, è importante però non dimenticare che è un momento di forte emotività sia per il medico che per i genitori.
In base alla letteratura scientifica è accordo che il medico debba comunicare subito il sospetto di una patologia e convocare in un secondo momento entrambi i genitori per comunicare l’eventuale certezza della diagnosi. La disponibilità di tempo è la prima dimostrazione di interesse e solidarietà, per questo motivo sin dal colloquio iniziale è opportuno aprire spazio per incontri successivi in modo che i genitori possano formulare domande, ascoltare risposte efficaci e far emergere problemi a cui non avevano avuto modo di pensare durante il primo colloquio.
Negli incontri sarebbe utile coinvolgere anche altri familiari come i fratelli e le sorelle oppure i nonni e condividere informazioni con il pediatra o altri specialisti coinvolti nella presa in carico.
Gli incontri dovrebbero avvenire in uno spazio privato, quanto più possibile, libero da interferenze di ogni tipo nel rispetto della famiglia e dell’importanza del momento e dedicando il massimo di tempo possibile. La fretta del medico, in parte, può essere una reazione normale, è una dimostrazione di fuga da una situazione frustrante, un tentativo di sottrarsi a una serie di domande alle quali è difficile dare risposte precise.
La comunicazione di diagnosi dovrebbe essere fornita con precisione e sincerità, ma senza la pretesa di completezza. I genitori preferiscono informazioni limitate alle caratteristiche principali della patologia, infatti l’emozione del momento può impedire ai genitori di assimilare informazioni successive anche se chiare e corrette. La descrizione della condizione deve essere seguita dalla presentazione dei trattamenti possibili indicando il centro specialistico di riferimento più accessibile per un’assistenza multidisciplinare ed integrata con i servizi territoriali. Emerge l’utilità di valutare le conoscenze già in possesso dei genitori e l’eventuale capacità di comprendere le informazioni e sollecitare domande e l’espressione di dubbi.
Inoltre, si raccomanda sempre di dare indicazioni su associazioni di genitori per avere utili contatti con chi ha già avuto esperienze simili, per poter ricevere ulteriori informazioni e proposte di soluzioni ai problemi che si possono incontrare nel tempo.
Nel periodo successivo alla diagnosi ogni persona costruisce una nuova immagine del figlio e del suo progetto di vita o di se stessi, si attivano risorse quali autostima, autoefficacia e senso di responsabilità per il figlio, fattori che possono rinsaldare la percezione di sé e creare maggiore stabilità.
Rivelante e non secondario è poi il momento delicato della comunicazione delle proprie difficoltà al bambino affetto e ad eventuali fratelli o sorelle. Molti genitori trovano difficile parlare con i propri figli, specie se piccoli ed in particolare di argomenti o situazioni «gravi» e questo può generare un circolo vizioso. Infatti il genitore ha paura a parlare con il bambino; il mistero attiva nel bambino fantasie negative; il genitore legge le fantasie negative del bambino come malessere e il bambino, pur realizzando che qualcosa non va bene, tace per non fare del male al genitore. Pertanto per mettere ordine in questo insieme di situazioni, bisogna essere il più possibile «trasparenti» e comunicare, condividendo informazioni e porsi in una prospettiva di ascolto.
Allo stesso modo è fondamentale la comunicazione anche ai fratelli, spesso «dimenticati» e confinati a ruoli marginali nell’ambito della famiglia. Anche se ritenuti troppo piccoli per comprendere, gli altri figli si accorgono molto precocemente delle differenze tra sé stessi e il fratellino, in particolare quando sono evidenti le difficoltà motorie. Per questo motivo è necessario spiegare anche agli altri figli che cosa abbia il fratellino: sarà così più semplice per loro comprendere perché egli abbia bisogno di particolari attenzioni e cure. La disponibilità, la serenità e la chiarezza degli adulti nel dare le informazioni consentiranno al fratello di gestire più facilmente la disabilità, di integrarla più armoniosamente con il mondo esterno e di sviluppare una riflessione interiore più consapevole. E’ desiderabile che a dare le prime spiegazioni siano i genitori.
COMUNICARE con il bambino non significa solo dare informazioni ma mettere in comune: creare un’atmosfera di condivisione che favorisca un passaggio sincero di informazioni e permette di aiutarlo a ricevere risposte. Tutto questo riduce la confusione e la paura, sviluppando così un maggiore senso di sicurezza e di protezione, rafforzando la fiducia in sè stesso e negli altri.
Non esistono delle regole assolute di una “corretta” comunicazione, tuttavia è importante utilizzare una modalità colloquiale, chiarezza e trasparenza. Si devono rispettare i tempi e l’età del bambino, fornire informazioni semplici ed essenziali, senza anticipare informazioni premature sulla patologia, privilegiando l’utilizzo di termini quali “difficoltà e problema piuttosto che malattia” e rimanendo disponibili ad eventuali domande.
Per poter essere più vicini al bambino e cercare di capire quello che vuole dirci dobbiamo parlare lo stesso linguaggio. Anche il gioco può rappresentare un mezzo molto importante per preparare i bambini a diverse procedure mediche o per comunicare una diagnosi.
Vista la complessità della situazione è sempre utile la condivisione e il confronto con uno/a specialistica che può supportare i genitori e esplicitare strategie specifiche per la condivisione secondo i momenti della patologia, e le fasi evolutive in cui si trovano i bambini e ragazzi.
In conclusione sintetizziamo che la diagnosi è un momento di grande disorientamento e comunicata con chiarezza favorisce l’inizio della fase di elaborazione della condizione sia per i genitori che per bambini.
Capricor annuncia i risultati di un nuovo studio pre-clinico con somministrazioni ripetute di CAP-1002 nel modello di distrofia muscolare di Duchenne che portano a un miglioramento della capacità di esercizio fisico
Nuovi risultati pre-clinici per CAP-1002, la terapia sperimentale di Capricor Therapeutics. La company ha evidenziato un miglioramento nella performance muscolare e una diminuzione della fibrosi nei muscoli scheletrici e cardiaci di topi mdx che hanno ricevuto somministrazioni multiple della terapia sperimentale. Questi dati rappresentano la base di partenza per l’avvio di un nuovo studio clinico di fase 2, denominato HOPE 2, che valuterà somministrazioni multiple di CAP-1002 in ragazzi e giovani adulti in fase avanzata della patologia.
Capricor annuncia i risultati di un nuovo studio pre-clinico con somministrazioni ripetute di CAP-1002 nel modello di distrofia muscolare di Duchenne che portano a un miglioramento della capacità di esercizio fisico
I risultati rappresentano la base per lo studio clinico HOPE-2
LOS ANGELES – 19 aprile 2018 – Capricor Therapeutics (NASDAQ: CAPR) ha annunciato oggi che i ricercatori hanno dimostrato che dosi ripetute della terapia cellulare di proprietà della company produce un aumento nella performance di esercizio fisico in un modello di distrofia muscolare di duchenne, il topo mdx. La company ha precedentemente presentato i dati che mostrano che singole somministrazioni portano ad un significativo miglioramento dei tempi di esecuzione del “tapis roulant”.
In un abstract presentato al “11th Annual Neuromuscular Translational Research Conference” a Cambridge, Inghilterra, i ricercatori hanno riportato che nonostante la terapia, CAP-1002, sia riconosciuta dal sistema immunitario, il suo basso profilo immunogenico e le sue capacità immuno-modulatorie hanno permesso che fosse somministrata più volte senza problemi significativi sulla sicurezza. I ricercatori hanno inoltre riferito che è stato dimostrato che il dosaggio ripetuto sostiene l'effetto della terapia.
“Questi importanti risultati sono stati la base per la progettazione dello studio clinico HOPE-2 che avvieremo a breve", ha detto Linda Marbán, Ph.D., presidente e chief executive officer di Capricor. "La ricerca ha evidenziato miglioramenti nella forza assoluta nel soleo (gamba) e nel diaframma in un modello murino di distrofia muscolare di Duchenne, il topo mdx. Inoltre, i ricercatori hanno osservato una diminuzione della fibrosi nei muscoli scheletrici e cardiaco dopo tre somministrazioni di CAP-1002.”
Un precedente studio clinico, il trial HOPE-Duchenne, ha mostrato che una singola dose intracoronarica di CAP-1002 è stata generalmente sicura e ben tollerata e ha dimostrato segnali sostenuti e significativi di miglioramenti nella funzione del muscolo cardiaco e scheletrico nei ragazzi e giovani adulti in stadi avanzati della distrofia muscolare di Duchenne.
Lo studio clinico HOPE-2 valuterà la sicurezza e l’efficacia di dosi ripetute di CAP-1002 in ragazzi e giovani adulti con la distrofia muscolare di Duchenne, una patologia genetica devastante e fatale con opzioni di trattamento limitate e nessuna cura. Nello studio di fase 2, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, saranno arruolati fino a 84 ragazzi e giovani adulti con la distrofia muscolare di Duchenne. HOPE-2 valuterà la somministrazione di dosi ripetute di CAP-1002 in partecipanti che sono in stadi avanzati della distrofia muscolare di Duchenne.
“CAP-1002 è uno delle pochissime iniziative cliniche che si concentra sull’aiutare ragazzi e giovani adulti che sono negli stadi tardivi del processo patologico e che sono prossimi o non sono più in grado di deambulare" ha detto la Dott. Marban. “Siamo impazienti di avviare la sperimentazione HOPE-2 perché riteniamo che potrebbe essere un trial di registrazione e perché abbiamo visto il potenziale per dei miglioramenti nella funzione muscolare sia negli studi pre-clinici che nella nostra precedente sperimentazione clinica HOPE-Duchenne".
Capricor ha ottenuto le designazioni “RMAT” (Regenerative Medicine Advanced Therapy) e “Malattia Orfana” da parte della statunitense Food and Drug Administration (FDA). Queste designazioni consentiranno alla company di lavorare a stretto contatto con la FDA nel finalizzare il percorso di approvazione regolatorio per CAP-1002 e di ricevere revisioni accelerate della FDA.
"CAP-1002 ha anche il potenziale di lavorare in sinergia con la terapia genica e altre terapie per la distrofia muscolare di Duchenne", ha detto la Dott. Marban. "Mentre queste altre terapie hanno il potenziale di ripristinare l'espressione della distrofina e sostenere la funzione muscolare, ci sarà ancora un'infiammazione e una fibrosi significativa che possono controbilanciare gli effetti riparatori. CAP-1002 potrebbe essere in grado di lavorare in sinergia con queste terapie perché il suo principale meccanismo d'azione è immuno-modulatorio, il che significa che può aiutare a bilanciare l'infiammazione in questa patologia infiammatoria cronica".
Per ulteriori informazioni riguardanti lo studio clinico HOPE-2, potete visitare www.HOPE2Trial.com.
Il poster presentato a Cambridge è disponibile nella sezione “Events & Presentations” del sito web di Capricor.
Traduzione a cura dell’Ufficio Scientifico di Parent Project onlus
Un grande successo per Un Gol nel tuo Cuore
Oltre 1500 persone hanno partecipato a Un Gol nel tuo Cuore, la partita evento a favore di Parent Project Onlus, l'associazione di pazienti e genitori di bimbi e ragazzi con la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
L'evento, patrocinato dalla Città di Alessandria e dal Comune di Rivalta Bormida, è stato organizzato grazie al prezioso supporto della Nazionale Italiana Artisti TV, della Questura di Alessandria e dell'Unione sportiva Alessandria Calcio 1912, oltre che del supporto di numerosi donatori e realtà locali.
La partita si è conclusa con il punteggio di 1.0 a favore della Nazionale Artisti. Nella squadra della Questura hanno giocato anche il Questore Morelli e il Vicario Navarra. Nella Nazionale Artisti hanno giocato: Fabio Gibillini, Matteo Bovi, Michael Scalia, Fabio Artico, Bob Messina, Maurizio Ferrarese, Massimo Scarfo', Arnaldo Mangino, Fabio Visentin, Francesco Oppini, Fabrizio Fontana (alias Capitan Ventosa), Daniele Babbini, Fabrizio Lai, Paola Finotti, Simone Barbato. Allenatore: Osvaldo Bresciani.
Madrina dell'evento è stata la scrittrice Debora Scalzo. Ospiti speciali: José Altafini, Peter Gomez, Filippo Galli, Rubens Pasino ed Elisabetta Gagliardi, che ha offerto un intermezzo musicale.
Hanno offerto gratuitamente il loro supporto operatori della Croce Rossa locale e dell'Associazione Nazionale Alpini.
Dichiara Luca Genovese: "Un evento che contribuisce a far crescere la consapevolezza su una patologia altamente invalidante. Tanta la sensibilità dimostrata dal pubblico alessandrino".
Il totale raccolto ha superato i 10.000 euro.
Per informazioni
Elena Poletti
Tel.331/6173371
