Rischi e benefici del ritorno alla nuova normalità in termini di rientro a scuola e ripresa dei controlli clinici

Sabato 20 giugno la World Duchenne Organization (WDO) ha tenuto un nuovo webinar legato all’emergenza COVID-19. Con il graduale miglioramento della situazione di emergenza a livello internazionale, il focus del webinar è stato quello della “nuova normalità”, e ha cercato di trovare le giuste informazioni da dare alle famiglie su quali siano i rischi e i benefici del ritorno alla routine, sia in ambito scolastico che ospedaliero.

I clinici intervenuti al webinar – Francesco Muntoni dal Regno Unito, Jarod Wong dalla Scozia, Nathalie Goemans dal Belgio e Linda Cripe dagli Stati Uniti – hanno fornito il loro punto di vista rispetto a tre domande.

La prima domanda riguardava le misure preventive da osservare nel ritorno a scuola e negli ospedali.

Su questa domanda sono stati tutti concordi nel dire che innanzitutto le misure necessarie dipendono dal paese e dal momento, ossia, fondamentalmente, dall’incidenza di COVID-19 nel proprio paese. Dipende poi, ovviamente, anche dallo stato di salute del singolo paziente, in particolare per quanto riguarda gli aspetti cardiaci e respiratori. Non c’è, dunque, una regola univoca per tutti.

Rimangono estremamente valide le regole del distanziamento sociale, della protezione con le mascherine e dell’igiene delle mani.  

Finché il virus circola poco, viene assicurato il distanziamento sociale e il paziente non ha complicanze cardiache e respiratorie, è sicuramente indicato tornare a scuola, assicurandosi anche del tipo di precauzioni che adotterà la scuola del ragazzo.

La seconda domanda è stata sulle priorità nei trattamenti: cosa è urgente e cosa può aspettare.

Anche in questo caso non c’è una regola generale e dipende nuovamente sia dalla situazione del paese – in alcuni paesi, ad esempio, gli ospedali hanno ripreso la maggior parte delle attività e sono spesso più sicuri dei negozi – sia dalla situazione personale del paziente. Un paziente ancora deambulante potrebbe tranquillamente continuare con le visite da remoto. Fare a meno di recarsi all’ospedale se non c’è un effettivo bisogno aiuta anche a evitare affollamenti e a contribuire a mantenere gli ospedali sicuri. Per i pazienti in fasi più avanzate è bene che le famiglie siano ben istruite sul monitoraggio della saturazione e sui sintomi dell’ipoventilazione, per capire quando si ritiene urgente recarsi in ospedale. Tuttavia non c’è neanche motivo per essere eccessivi nell’altro senso in questa fase, per cui si può dare l’indicazione di recarsi in ospedale qualora ce ne fosse bisogno.

La terza domanda riguardava  il tipo di controlli che è possibile fare da remoto.

Si sta un po’ ripensando la maniera di fare le valutazioni; si sta, ad esempio, prendendo in considerazione di fare le valutazioni via video delle scale funzionali (tipo la NSAA) o dei test funzionali a tempo. Alcune valutazioni sono più difficili da effettuare con questa modalità, ma sicuramente si può fare di più di quanto non si sia mai fatto in passato.

In generale, il messaggio che è passato è ì quello di mettere in pratica il buon senso e di mantenere aperto il dialogo con i propri clinici. Si può lentamente tornare a una normalità adottando tutte le precauzioni del caso, tenendo sempre in considerazione il livello di diffusione del virus in quel momento nel paese in cui ci si trova e la salute del singolo paziente.