In una dichiarazione rivolta al Parlamento europeo (qui l’originale), le associazioni di pazienti, tra le quali Parent Project, e le università si sono unite insieme alla Wellcome Trust per ribadire il loro “si” al finanziamento da parte dell’UE dei progetti di ricerca incentrati su cellule staminali e salute riproduttiva.
Il documento nasce in risposta all’iniziativa “One of us”, ideata e promossa da alcuni cittadini europei per chiedere all’unione europea di introdurre il divieto di finanziamento di progetti di ricerca che implicano la distruzione di embrioni umani.
Attualmente l’UE consente il finanziamento di progetti di ricerca sulle cellule staminali, inclusi quelli focalizzati sulle cellule staminali embrionali. In quest’ultimo caso le regole esistenti sono estremamente rigide e consentono l’impiego esclusivamente di linee cellulari esistenti derivate da embrioni di 7 giorni ottenuti mediante fecondazione assistita e non destinati ad essere impiantati. Ai fini dell’impiego è inoltre necessaria la presenza di un consenso da parte della coppia, in assenza del quale, gli embrioni sono comunque destinati ad essere distrutti.
La ricerca finanziata viene, inoltre, sottoposta ad un controllo di tipo etico molto restrittivo e si svolge soltanto in quei paesi in cui la legge lo consente.
L’eventuale introduzione del divieto non consentirebbe al programma europeo destinato al finanziamento della ricerca e dell’innovazione (Horizon 2020) di accogliere richieste incentrate sulla ricerca sulle cellule staminali, rappresentando in generale un significativo passo indietro in aree della ricerca in cui l’Europa è leader – come quello della medicina rigenerativa, della salute riproduttiva e delle malattie genetiche – ritardando lo sviluppo di trattamenti destinati a patologie che, ad oggi, non hanno ancora trovato una cura.