Martedì 21 gennaio si è tenuto il webinar, organizzato da Prosensa, per aggiornare la comunità DMD/BMD in merito ai risultati dell’analisi approfondita dei dati fino ad ora ottenuti e relativi agli studi clinici con drisapersen. Anche se occorrerà ancora attendere il termine di tutte le valutazioni, ai fini di una decisione in merito ad una possibile ripresa della somministrazione, la company ha voluto condividere con pazienti, famiglie ed associazioni i risultati preliminari relativi all’efficacia fino ad ora emersi.
La presentazione
Giles Campion, Chief Medical Officer di Prosensa, ha illustrato nel corso del webinar lo stato dell’arte delle analisi approfondite dei dati, un processo che è iniziato subito dopo l’annuncio dei risultati dello studio clinico di fase 3 con drisapersen (DMD114044) da parte di GSK e sulla base dei quali tutti gli studi clinici in corso con questa molecola sono stati sospesi.
Una prima parte delle analisi illustrate è stata eseguita prendendo in considerazione i dati provenienti da due trial clinici con drisapersen che, contrariamente a quanto emerso dal trial clinico di fase 3, hanno mostrato risultati incoraggianti. Si tratta degli studi DMD114876 e DMD114117, entrambi di fase 2.
Una prima osservazione è emersa analizzando le caratteristiche dei pazienti che hanno preso parte a questi tre studi. In particolare, confrontando l’età media dei partecipanti, è emerso che i pazienti che hanno preso parte allo studio di fase 3 erano mediamente più grandi, e quindi in uno stadio di progressione della patologia più avanzato, rispetto a coloro che hanno partecipato agli studi di fase 2 sopra citati.Hanno confermato questa prima osservazione anche i dati relativi alla distanza mediamente percorsa nel 6MWT, effettuato a inizio trial, e che è stata più breve nel trial di fase 3 rispetto a quella rilevata nei due studi clinici di fase 2.
Campion ha quindi proseguito illustrando i risultati dell’analisi integrata dei dati, cioè valutazioni che vengono fatte considerando i dati provenienti da più trial clinici, nel caso specifico lo studio di fase 3 e gli stessi studi di fase 2 precedentemente considerati. I risultati ottenuti non hanno evidenziato differenze clinicamente significative tra il gruppo trattato con il placebo e quello trattato con drisapersen anche se, come ha sottolineato Campion, occorre considerare che il numero maggiore di partecipanti allo studio di fase 3 (186 pazienti), rispetto a quello dei trial di fase 2 considerati, potrebbe aver “appiattito” un eventuale risultato non rendendolo evidente. Un risultato incoraggiante è stato invece osservato valutando l’insieme di dati provenienti esclusivamente dai trial clinici di fase 2, in questo caso infatti, si è evidenziato un risultato clinicamente e statisticamente significativo tra il gruppo di pazienti trattato con placebo e quello trattato con drisapersen.
Ulteriori analisi che sono state mostrate hanno inoltre riguardato i dati provenienti da due studi di estensione, entrambi di lunga durata e condotti in aperto, nei quali tutti i pazienti hanno ricevuto drisapersen.
Il primo, denominato DMD114673, ha coinvolto 10 dei 12 pazienti che avevano originariamente partecipato ad un trial, svolto nelle prime fasi di sviluppo di drisapersen, finalizzato ad identificare il dosaggio ottimale della molecola. I pazienti che hanno partecipato a questo studio di estensione hanno ricevuto drisapersen per un periodo complessivo pari a 4 anni. Campion si è soffermato sull’andamento dei risultati del 6MWT, raccolti per un periodo complessivo pari a 177 settimane mostrando che in 8 dei 10 pazienti iniziali si evidenzia una stabilizzazione. Il secondo studio di estensione preso in esame, il DMD114349, è di fatto il proseguimento dei trial clinico di fase 3 e di uno dei due trial di fase 2, il DMD114117. In questo caso, sono stati confrontati i pazienti che negli studi originari erano già sotto trattamento con i pazienti che, in questi stessi studi, avevano ricevuto il placebo, ma che durante l’estensione, hanno cominciato a prendere il farmaco.
I risultati, dopo 96 settimane di trattamento, mostrano che quei pazienti che hanno iniziato a prendere il farmaco più tardi, hanno un declino corrispondente a -113m, mentre quelli in trattamento continuo mostrano un declino di -67m. Ciò significa che, complessivamente, tra i due gruppi esiste una differenza di 46m. Andando ad analizzare l’estensione del solo studio di fase 3 si evince una differenza nei pazienti trattati successivamente rispetto a quelli trattati dall’inizio di 49m, e di 52m nell’estensione dello studio di fase 2.
Campion si è quindi soffermato sulle analisi dei risultati ottenuti nei sottogruppi di pazienti di età superiore o inferiore ai 7 anni, effettuata considerando sia i singoli studi o più studi valutati insieme. L’elaborazione dei dati mostra che, contrariamente ai pazienti più grandi, in cui l’ effetto del trattamento si evidenzia solo a 96 settimane, in quelli più piccoli una differenza è già visibile a 48 settimane.
In base a quanto mostrato, Campion ha quindi illustrato le conclusioni preliminari fino ad ora tratte rispetto all’efficacia, ovvero:
– i dati suggeriscono che i pazienti che si trovano in uno stadio della progressione della patologia meno avanzato, mostrano una differenza nel 6MWT, dovuta al trattamento, a partire dalla 24° o 48° settimana;
– i dati suggeriscono che un trattamento più lungo potrebbe essere necessario per evidenziare una differenza dovuta al trattamento nei ragazzi che si trovano in uno stadio più avanzato della patologia;
– questi risultati sono preliminari e saranno discussi con esperti della patologia.
Alla luce dei risultati ottenuti, Campion ha parlato della possibilità di riprendere la somministrazione nei pazienti; questa decisione, che non verrà presa prima del completamento di tutte le analisi, coinvolgerà le organizzazioni dei pazienti, gli esperti e gli enti regolatori. Fino a quando non ci saranno ulteriori notizie il farmaco non sarà somministrato ma proseguiranno le consuete visite di controllo e il monitoraggio della sicurezza nei centri specializzati.
Nella parte finale del webinar, Campion si è soffermato su due ulteriori punti: le manifestazioni relative agli effetti collaterali, identici a quanto precedentemente osservato, e lo studio sulla storia naturale della DMD promosso da Prosensa. Questo studio è finalizzato a ottenere una migliore caratterizzazione della progressione della patologia consentendo:
– di ottimizzare il disegno di nuove sperimentazioni;
– di identificare nuovi biomarcatori sensibili;
– di fornire dati comparativi cui rapportarsi durante le sperimentazioni.
A nome dell’intera azienda, Campion ha concluso ringraziando i pazienti e le loro famiglie per la pazienza con la quale hanno atteso le risposte definitive. Nel ringraziare infinitamente l’intera comunità Duchenne, viene confermato ancora una volta l’impegno di Prosensa nel portare a termine gli studi nel più breve tempo possibile.