Arrivano dalla ricerca italiana i sorprendenti risultati che potrebbero portare ad una terapia della distrofia muscolare di Duchenne. Lo studio, intitolato “Terapia genica sistemica della Distrofia Muscolare di Duchenne nel modello animale del topo distrofico” è stato pubblicato oggi da PNAS (Proceeding of the National Academy of Sciences).
L’articolo è il frutto di un lavoro di ricerca di base di molti anni che la Prof. Irene Bozzoni, del Dip. Di Genetica e Biologia Molecolare dell’Università La Sapienza di Roma ha condotto sul funzionamento dei geni e sul ruolo dell’RNA messaggero e che è  stato finanziato da Telethon e Parent Project ONLUS.
I risultati di questa nuova strategia si sono ottenuti creando dei geni “terapeutici” che, una volta inseriti in vettori virali resi inoffensivi, sono stati iniettati localmente (per via intramuscolare) e sistemicamente (in tutto il corpo) per via endovenosa in topi distrofici. A sei mesi di distanza, da questo trattamento, sono state effettuate alcune analisi che hanno dimostrato che i muscoli trattati non solo recuperano la produzione di Distrofina (la proteina mancante nella distrofia di Duchenne) ma presentano anche un miglioramento della forza contrattile. Inoltre, attraverso la somministrazione in vena, è stato evidenziato che le molecole terapeutiche raggiungono tutti i distretti muscolari, compresi il cuore e il diaframma. Gli animali trattati hanno mostrato un netto miglioramento delle loro prestazioni “sotto sforzo” che con una singola somministrazione ha determinato un beneficio a lungo termine.
“Questo lavoro si basa sulla metodologia chiamata “Exon skipping” con la quale, nel caso di mutazioni Duchenne, siamo riusciti a modificare proprio l’RNA messaggero per la distrofina, rimuovendo la regione contenente la mutazione e rendendolo capace di produrre una proteina più corta ma ancora funzionale.” – Ha dichiarato la Prof. Bozzoni  – L’exon skipping è una nuova opportunità terapeutica per la Distrofia Muscolare Duchenne ma è stupefacente come in brevissimo tempo abbia permesso di pianificare i primi trials sull’uomo – aggiunge Filippo Buccella, Presidente del Parent Project Italia – In Olanda ed in Inghilterra, infatti, la nostra associazione sta promuovendo alcune sperimentazioni che utilizzano gli Oligonucleotidi antisenso e in Australia si sta lavorando su un altro approccio che utilizza molecole chiamate “Morpholino“. La strada proposta dalla prof. Bozzoni è quindi tutta italiana e presenta il grande vantaggio di mantenere la sua efficacia per lungo tempo. L’impegno del Parent Project italiano, insieme al Telethon naturalmente, è ora quello di seguire le fasi che potrebbero portare ad un trial anche in Italia, sarà fondamentale verificare la tossicità di questo trattamento soprattutto ad alte dosi e solo dopo una attenta valutazione si potrà decidere un possibile intervento terapeutico nell’uomo” ha concluso Buccella.
Informazioni sulla pubblicazione:
Body-wide gene therapy of Duchenne muscular
dystrophy in the mdx mouse model
Michela Alessandra Denti, Alessandro Rosa, Giuseppe D’Antona, Olga Sthandier, Fernanda Gabriella De Angelis,
Carmine Nicoletti, Mariacarmela Allocca, Orietta Pansarasa, Valeria Parente, Antonio Musaro’, Alberto Auricchio,
Roberto Bottinelli, and Irene Bozzoni.