Recentemente la nostra biologa dell’Ufficio Scientifico Ilaria Zito ha partecipato a Lisbona alla General Assembly del progetto europeo MAGIC, dedicato allo sviluppo di terapie avanzate per le patologie neuromuscolari, tra cui la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
Parent Project è partner del progetto con un ruolo nella comunicazione e disseminazione.
MAGIC riunisce alcuni tra i più importanti gruppi di ricerca europei e statunitensi impegnati nello sviluppo e nel perfezionamento delle strategie di terapia genica e gene editing, con l’obiettivo di rendere queste tecnologie sempre più efficaci, sicure e accessibili ai pazienti.
Durante le varie sessioni — che hanno spaziato dalla creazione di modelli cellulari umani “quasi vivi”, alla progettazione di nuovi vettori AAV, alla selezione dei promotori più specifici per il tessuto muscolare, fino allo studio delle risposte immunitarie e agli aspetti di produzione su larga scala — è emersa chiaramente la complessità del percorso che porta una terapia innovativa dal laboratorio alla vita reale.
Ilaria riporta come MAGIC rappresenti un progetto altamente in linea con le esigenze delle famiglie Duchenne e Becker: affronta infatti, in modo sistematico e collaborativo, molte delle difficoltà che oggi limitano l’efficacia delle terapie avanzate.
Allo stesso tempo, evidenzia l’importanza di rafforzare il legame tra la ricerca scientifica e la realtà quotidiana dei pazienti. Molti giovani ricercatori coinvolti nel progetto lavorano con grande impegno su aspetti altamente tecnici, dai vettori ai modelli preclinici, ma spesso non hanno l’opportunità di conoscere da vicino la vita delle persone per cui quelle ricerche nascono.
In quest’ottica, la Conferenza di Parent Project potrebbe rappresentare per i ricercatori del consorzio MAGIC un momento prezioso per conoscere da vicino le esigenze, le aspettative e i bisogni delle famiglie, ma anche per imparare molto dalla loro esperienza diretta con la patologia e comprendere meglio l’intero percorso che trasforma una scoperta scientifica in una terapia concreta, capendo così il vero impatto che la ricerca può avere sulla vita quotidiana delle persone.
Un percorso lungo e complesso, che non sempre arriva alla sperimentazione clinica e che, anche quando lo fa, deve superare numerosi passaggi prima di tradursi in un trattamento realmente disponibile e accessibile.
La General Assembly si è conclusa con un forte spirito di collaborazione: i partner del consorzio hanno condiviso idee, competenze e strumenti in un’ottica comune di crescita e sinergia.
Un segnale incoraggiante, che conferma come la “magia” della scienza nasca, in realtà, dalla cooperazione e dal dialogo tra persone, esperienze e prospettive diverse.
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