Ancona: un convegno sulle staminali, al Palazzo del Rettorato in una bella Aula Magna. Inaccessibile. Lo denunciano le associazioni sul territorio, sottolineando chenon basta stanziare risorse, ma è necessario cambiare la cultura del Paese.
L’incontro si è svolto poco più di un mese fa, il 15 giugno, era organizzato dal Lions Club di Ancona e aveva per titolo “Le cellule della speranza – Verità e bugie sulle staminali”. Dato l’argomento, era prevedibile che, tra il potenziale pubblico, potessero esserci persone con difficoltà motorie. Cosa che puntualmente è accaduta. Solo che, incredibilmente, l’Aula Magna del Rettorato dell’Università Politecnica delle Marche non è accessibile: non una rampa o un ascensore per superare le scale e accedere ai lavori. Così le associazioni che ad Ancona si son messe in rete nel Progetto Area – tra queste Parent Project onlus – hanno impugnato carta e penna e hanno scritto una lettera ai giornali. Il loro obiettivo non era quello di puntare il dito verso qualcuno in particolare, ma di sottolineare come a mancare siano attenzione, pensiero e cultura. Mancanze alle quali non bisogna rassegnarsi passivamente. Protestare, scrivere, parlare, spiegare: è necessario uscire dal silenzio per spingere verso un cambiamento che, è giusto ripeterlo, non dipende solo dalla materialità delle risorse messe a disposizione per migliorare infrastrutture e servizi.
Ne è nato anche un bell’articolo uscito su Il resto del Carlino il 18 luglio. E, forse, una nuova consapevolezza. Sicuramente tra i membri del Lions Club di Ancona, che il giorno del convegno si sono prodigati immediatamente per provare a risolvere il problema (purtroppo inutilmente) e che si sono pubblicamente scusati, nella persona dell’allora presidente Piero Granarelli. Un errore, il loro, forse dovuto a ingenuità e che probabilmente altri avrebbero commesso, poiché è facile dare per scontato che un edificio in uso a un Ente Pubblico – e che Ente: l’Università! – non abbia problemi di accessibilità. Purtroppo, invece, nulla è scontato.
E’ su questo cambiamento culturale che lavorano le associazioni che ad Ancona si sono messe in rete del Progetto Area: superare una concezione pietistica e assistenzialista nei confronti della disabilità e affermare azioni pratiche che rendano attuabile una effettiva integrazione. Un primo passo è il censimento in corso delle attività commerciali accessibili nel centro di Ancona, perché una mobilità autonoma è un primo passo verso l’integrazione.
Scarica la lettera delle associazioni
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